LECCE - Suo padre non avrebbe mai interferito con la sua relazione perché voleva solo che fosse felice. E’ quanto ha detto ai giudici della Corte d’assise di Lecce Elisabetta Aportone, figlia del 71enne Michele, in carcere con l’accusa di avere ucciso il 45enne carabiniere in quiescenza Silvano Nestola nel 2021 perché - secondo l’accusa - contrario alla relazione che sua figlia aveva con l’ex militare.
«Mio padre non ha mai ostacolato la mia relazione - ha detto Aportone - voleva solo la mia felicità». La donna ha confermato il suo rapporto con l’ex militare e ha detto che suo padre Michele faceva in modo anche di rassicurare sua moglie, la 63enne Rossella Manieri, preoccupata per lo stato di fragilità psicofisico della figlia che si era separata e quindi rischiava un’altra delusione.
Dei tentativi di Manieri di porre fine alla relazione tra Aportone e Nestola hanno riferito in aula anche un’amica di Elisabetta e un ex collega di Nestola. Il processo è stato aggiornato al prossimo 2 maggio.