il progetto in Salento
Ciclopedonale Otranto-Leuca, il progetto della Provincia contestato dai sindaci interessati
Per i primi cittadini è «impraticabile con innumerevoli tratti di strada critici per pedoni, ciclisti e automobilisti»
Un progetto ambizioso di 22 milioni di euro rischia la realizzazione concreta. Si tratta della Ciclopedonale costa “Otranto – Leuca”, curata dalla Provincia di Lecce nell’ambito del Cis (Contratto Istituzionale di sviluppo ) ancora ferma a Palazzo dei Celestini e con i sindaci del territorio costiero che evidenziano il fallimento del progetto.
Sono in tanti gli amministratori che ritengono che si tratti di una pista ciclopedonale impossibile, impraticabile con innumerevoli tratti di strada critici per pedoni, ciclisti e automobilisti. Dal coro dei “no” si dissocia il sindaco di Santa Cesarea Terme. L’opera dovrebbe snodarsi su 57 chilometri dotata di infrastrutture per la mobilità leggera toccando i Comuni di Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Diso, Andrano, Tricase, Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo e Castrignano del Capo. Un progetto nato dalle belle intenzioni, ma pare naufragato sul nascere. Una pista ciclopedonale che darebbe una splendida visione di affaccio sul mare, ma che comporta tante difficoltà oggettive per il traffico veicolare delle auto. Si registrerebbero notevoli problemi nel raggiungere le case a mare per mancanza di bretelle stradali di collegamento dalla litoranea con i vari centri urbani in quanto la circolazione sulla provinciale delle “Terme salentine” n. 358 sarebbe a senso unico di marcia a causa del restringimento dell’attuale carreggiata.
Il tracciato, secondo la Provincia, sarà realizzato in sede propria laddove possibile e per il resto promiscua. Insomma si punta su di un turismo sostenibile, ma si va incontro a grosse problematiche. Una pista, che interseca moltissimi passi carrai, incroci a raso, discese pubbliche a mare, accessi alle abitazioni private, ponti, metterebbe in pericolo gli stessi ciclisti. “Non siamo stati informati di nulla – afferma il sindaco di Castro, Luigi Fersini – e ritengo che la pista sia irrealizzabile nel mio territorio considerato che la litoranea si snoda su gran parte del centro abitato. Ho forti perplessità che questo progetto sia fattibile. Se la litoranea si allargasse allora sì, ma con la sede stradale che si restringe aumenteranno i problemi agli automobilisti, pullman turistici, Salento in bus, camion e roulotte, senza parlare delle problematiche del senso unico di marcia”.
Come è noto, perché la ciclopedonale possa essere in sicurezza deve essere minima di 1,25 metri di larghezza per ciascun senso di marcia comprese le strisce di margine, riducendo pertanto la sede stradale della litoranea per il trnsito delle auto a circa 3 metri. Scettico anche il sindaco di Diso, Salvatore Coluccia. “Non so come potrebbe essere realizzata la pista ciclabile a causa delle grosse difficoltà strutturali e di viabilità. Che giro tortuoso dovrebbero effettuare i residenti e villeggianti lungo la fascia costiera a causa di un’unica direzione di marcia?” – si chiede il primo cittadino.
Ottimista del progetto appare invece il sindaco di Santa Cesarea Terme, Pasquale Bleve. “Sono favorevole per due motivi: Il primo riguarda i ciclisti che si godono il panorama pedalando su una pista riservata a loro, il secondo vantaggio è per gli automobilisti che arrivando alle porte della mia città o da Otranto o da Castro saranno costretti a deviare verso Cerfignano, Cocumola, Minervino e Uggiano la Chiesa, piccoli paesi che sono la peculiarità del Salento, per incanalarsi poi sulla litoranea nei pressi di porto Badisco. Un motivo in più per far conoscere i paesi dell’entroterra, spesso sconosciuti. A condizione che segnaletica, strade obsolete e interruzioni varie rendano l’attraversamento dei centri urbani in sicurezza”.