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Il Salento fa la conta dei danni: la mareggiata ha divorato la sabbia

 
Giuseppe Albahari

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Giuseppe Albahari

Il Salento fa la conta dei danni: la mareggiata ha divorato la sabbia

I danni della mareggiata a Porto Cesareo

Le zone più colpite tra Torre dell’Orso, Porto Cesareo e Gallipoli col lungomare Galilei e la Baia Verde

Giovedì 24 Novembre 2022, 13:19

LECCE - Si è potuta valutare in tutta la sua gravità, ieri mattina, la situazione creata lungo le coste salentine dal maltempo del giorno e della notte precedenti. Era purtroppo prevedibile che si verificassero danni, dopo il violento impatto indotto sui litorali da treni d’onde generati da venti che, raffiche ricorrenti a parte, hanno soffiato per ore ed ore ad una velocità di circa 50 chilometri orari. Solo situazioni geomorfologiche locali anche modestamente diverse lungo lo stesso litorale, hanno comportato conseguenze non omogenee con maggiore o minore incidenza dei danni.

Sul versante adriatico, ad esempio, sicuramente anche per la presenza dei pennelli realizzati in passato a San Cataldo che hanno fatto avanzare la linea di costa, l’arenile ha superato il maltempo rimanendo sostanzialmente indenne nella sua consistenza. Gravissima, invece, la situazione che si è verificata a Torre dell’Orso, dove il fortunale ha distrutto le dune che erano state realizzate artificialmente e piantumate nei decenni scorsi a protezione della vegetazione retrostante. E si sono già registrati i commenti preoccupati di coloro che, magari residenti fuori regione ma proprietari di una casa al mare in zona, si chiedono come potrà essere la prossima stagione balneare, considerato che già in passato, con molto più arenile a disposizione, non c’era spazio sufficiente per tutti.

Più o meno esplicite e manifeste, analoghe considerazioni rimbalzano anche in altre località, da Porto Cesareo, dove la zona che ha subito i danni maggiori è quella del Belvedere, a Santa Caterina di Nardò.

Le diverse incidenze dello scirocco, infine, si notano in maniera particolarmente evidente sul litorale sud di Gallipoli. L’andamento della costa, infatti, ha esposto ad una fortissima erosione il tratto compreso tra il lungomare Galileo Galilei e la Baia Verde. Il vento ha provocato danni, come i crolli di tratti di staccionata e di pali di legno dell’impianto d’illuminazione provvisorio, ai quali potrà essere posto facilmente rimedio.

Si è invece ulteriormente aggravata una situazione che era già “storicamente” caratterizzata dalla mancanza di sabbia, tanto che sono ora allo scoperto numerosi tratti della scarpata che sostiene la massicciata stradale. Inoltre, sono emerse ulteriori, estese superfici di scogliera prima ricoperte dall’arenile. Al punto che alcune torrette di sorveglianza dei lidi sono state rimosse perché circondate dall’acqua, una è stata puntellata e la fascia di arenile si è ridotta, tanto che solo una sottile striscia di sabbia separa i manufatti di un lido dal mare.

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