LECCE - Ruota attorno alle condizioni psichiche di Antonio De Marco, lo studente di infermieristica condannato all’ergastolo per avere massacrato due anni fa a coltellate l’arbitro leccese Daniele De Santis e la sua fidanzata Eleonora Manta, la richiesta di processo d’appello presentata oggi dai difensori del giovane. I due legali, avvocati Starace e Bellisario, già durante il processo di primo grado celebrato dinanzi alle Corte d’Assise di Lecce avevano presentato una perizia in cui si sosteneva che il giovane era affetto da una patologia composita grave con una dimensione autistica e psicotica e quindi non era in grado di intendere e di volere. La Corte , invece, nella sentenza di condanna del 7 giugno scorso, aveva giudicato De Marco «perfettamente lucido e orientato, in grado di percepire correttamente la realtà» e in grado di «uccidere con estrema lucidità». Secondo la perizia disposta dalla Corte d’Assise, infatti, De Marco, sarebbe affetto da un disturbo della personalità di tipo narcisistico, ma non tale da inficiare la sua capacità di intendere e volere.
Il duplice delitto era stato organizzato da tempo. In alcune pagine di un suo diario, un mese prima della strage, De Marco aveva scritto: «Mercoledì ho avuto una crisi mentre stringevo un cuscino. Ho pensato che, a differenza mia, gli altri abbracciano delle vere ragazze e così sono scoppiato a piangere. Ho comprato qualche attrezzo...voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi. Ho accettato la stanza, nella stessa casa di F., e ho già le chiavi e da qui, quando andrò via, potrò uccidere Daniele...mi piacerebbe una donna per prima, ma penso che così sarà una buona base di partenza».
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la sera del 21 settembre 2020, quando De Marco arrivò a casa delle due vittime, Eleonora stava mangiando un dolce e Daniele le stava scattando una foto. Daniele fu colpito con 38 coltellate, Eleonora con 41. Un’ora dopo, il killer andò da una prostituta. Per i suoi difensori, De Marco non sarebbe stato neppure imputabile poichè affetto da un vizio di mente.