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Troppi detenuti, a Lecce il carcere scoppia

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Lecce, il carcere

Nelle celle 1.185 reclusi a fronte di una capienza di 615. Una situazione che crea tensione

Mercoledì 02 Marzo 2022, 12:49

Lecce - Poco più di mille detenuti ( precisamente 1185) a fronte di una capienza di “appena” 615. In pratica, quasi il doppio. Anzichè due detenuti per cella in media ce ne sono tre, con buona pace di quanto stabilito nella ormai nota sentenza Torreggiani, in base alla quale lo spazio minimo per ogni arrestato non può essere inferiore a 4 metri quadrati. La situazione del penitenziario leccese di Borgo San Nicola rispecchia ampiamente quella della altre carceri della Puglia. Gli spazi sono sempre gli stessi e i detenuti aumentano sempre di più. In mancanza di interventi di ampliamento dal punto di vista logistico si rischia il collasso.


Attualmente i blocchi sono quattro: reclusione, circondariale, femminile e l'ultimo, denominato C3. Questo era stato realizzato per ospitare i detenuti dell'istituto durante gli interventi di manutenzione resisi necessari in altri blocchi. Sulla carta può ospitare 200 persone, ma in realtà i numeri sono molto più alti, se non quasi raddoppiati. Anche perchè da qualche tempo Lecce non ospita solo i soggetti arrestati nel Salento: arrivano detenuti da Bari, Foggia, Taranto. Insomma da tutta la Puglia. Motivo? Sempre lo stesso, il sovraffollamento.


Ed ecco che la situazione rischia di essere esplosiva. Anche a fronte di un altro problema, anche questo che si protrae da anni: la carenza di personale fra le fila dei poliziotti penitenziari. Carenza di uomini e mezzi. Ed ecco che i delicati equilibri che si devono mantenere in un istituto di pena rischiano di rompersi. I primi segnali ci sono già. Appena 15 giorni fa un detenuto ha lanciato una pentola di acqua bollente all'indirizzo di un appuntato, che solo per una fortunata coincidenza è riuscito ad evitare il peggio. Questo solo l'ultimo di una lunga serie di episodi.


La tensione sale, i gruppi criminali prevalenti dettano legge. E in questo calderone finiscono anche i non facinorosi che – è bene ribadirlo – ci sono all'interno del carcere. C'è chi porta rispetto ed è intenzionato a pagare il conto alla giustizia. Ma inevitabilmente soccombe davanti al più forte. Che è capace di imporsi in due modi: o con la violenza, oppure assicurando supporto e sostegno economico alle famiglie di chi si trova dietro le sbarre.
I tentativi di comunicazione con l'esterno, poi sono molteplici: qualche tempo fa i poliziotti sono riusciti ad intercettare persino un iPhone, nascosto nel fondo di una pentola.

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