Il gip: manca la prova
Covid, «Non contagiò paziente in studio»: archiviazione per un medico salentino
L’inchiesta era stata avviata dopo la denuncia di un 79enne di Uggiano La Chiesa, che sosteneva di essersi contagiato proprio dopo la visita da un cardiologo
Non c’è prova che sia stato il medico contagiato ad infettare il paziente. È questo il ragionamento alla base del decreto di archiviazione emesso dal gip di Lecce Laura Liguori nei confronti di un cardiologo della Grecìa salentina accusato di epidemia colposa per aver visitato un anziano nonostante avesse i sintomi del Covid. L’inchiesta era stata avviata dopo la denuncia di un 79enne di Uggiano La Chiesa, che sosteneva di essersi contagiato proprio dopo la visita presso lo specialista, avvenuta il 16 luglio scorso. Sia il paziente che il medico indossavano la mascherina Ffp2: ma quest’ultimo avrebbe manifestato un forte raffreddore. Il 22 luglio l’anziano veniva poi contattato dalla Asl, che gli comunicava la positività del professionista.
«Non vi è prova - scrive il gip - del nesso di causalità tra la malattia contratta dall’opponente e quanto accaduto all’interno dello studio del medico, nè detta prova può essere in alcun modo acquisita, anche in considerazione delle note caratteristiche del Covid 19, di elevata contagiosità, e come tale suscettibile di essere contratto facilmente in diversi ambienti». Ma c’è di più.
«Ove l’indagato - si legge ancora - avesse effettivamente manifestato sintomi riconducibili al Covid già in occasione del contatto con l’opponente per motivi professionali, si tratterebbe di comportamento in astratto censurabile sotto il profilo deontologico, poichè non rispondente a regole di prudenza particolarmente necessarie in questo contesto storico e tuttavia inidoneo a integrare l’ipotesi di reato».
Il medico, difeso dall’avvocato Luigi Corvaglia, era stato anche assolto al termine del procedimento disciplinare avviato dall’ordine professionale.