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Carabiniere ucciso a Copertino, il sospetto: conosceva il suo assassino?

 
Giovanni Greco

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Giovanni Greco

Carabiniere ucciso a Copertino, il sospetto: conosceva il suo assassino?

Si ricostruisce la tela dei rapporti e delle frequentazioni di Silvano Nestola

Giovedì 06 Maggio 2021, 09:29

11:32

L’assassino conosceva la vittima e le sue abitudini? Qualcuno lo ha portato sul luogo dell’agguato? Oppure aveva dimestichezza con quella zona periferica in cui è avvenuto l’omicidio? Sono le domande che i carabinieri del Comando provinciale di Lecce e i militari della tenenza di Copertino si stanno ponendo in queste ore per ricostruire quanto accaduto lunedì sera in contrada “Tarantini” e per risalire al killer che ha stroncato la vita all’ex carabiniere Silvano Nestola.
Tutte le piste possibili sono battute, compresa quella che orbita intorno alla sfera privata del 46enne e che finora ha visto l’ascolto di almeno una decina di persone, tra cui una famiglia di San Donaci, padre, madre, figlia e l’ex marito di quest’ultima. Né viene tralasciata quella che porta all’attività svolta dall’ex carabiniere quando era in servizio a San Pietro Vernotico, che gli valse un encomio dei vertici dell’Arma per aver fatto arrestare quattro spacciatori e scoperto un ingente quantitativo di droga. Insomma, le indagini guardano in ogni direzione per ricostruire la tela dei rapporti dell’uomo, notoriamente persona mite e tranquilla.


Si cerca soprattutto di capire come abbia fatto il killer ad arrivare sul luogo dell’agguato, già difficile da raggiungere per chi è del posto.
L’assassino, dalla corporatura alta e robusta, conosceva le possibili vie di fuga che gli avrebbero consentito di lasciare indisturbato quel reticolo di stradine in terra battuta, di cui una immette sulla provinciale 16, Copertino – S. Pietro in Lama e l’altra alla 6 che conduce a Monteroni? Contrada “Tarantini” è un piccola appendice antropizzata, distante un paio di chilometri dal contesto urbano di Copertino, in direzione nord. Nell’area sorgono diverse abitazioni, alcune delle quali dotate di impianto di videosorveglianza, circondate da muri di recinzione piuttosto alti delimitati da stradine sconnesse e tuttavia percorribili dalle auto, ma solo a passo d’uomo. Come sterrata è la strada sulla quale affaccia la villetta della sorella presso cui Nestola si recava spesso a pranzo o per cena almeno tre-quattro volte la settimana. Quasi un abitudinario, dunque. E allora chi, se non qualcuno che conosceva bene le abitudini dell’ex carabiniere, può aver fornito al killer tutte le indicazioni necessarie?
Intanto si attende l’autopsia i cui risultati potrebbero fornire ulteriori dettagli sull’agguato.

ALLA RICERCA DELL'ARMA - Nuovo sopralluogo questa mattina in contrada Tarantino a Copertino dove i carabinieri sono arrivati di buon'ora insieme a personale del nucleo cinofilo ricerca e soccorso di Modugno . L’intera area intorno alla villetta dove l'ex maresciallo dei carabinieri Silvano Nestola è stato ucciso lunedì sera, è stata perlustrata con l’impiego di Eny, un pastore tedesco femmina 'specializzato' nella ricerca di armi.
Gli investigatori stanno cercando l’arma usata dall’assassinio , un fucile da caccia semiautomatico probabilmente modificato, privo del riduttore nel serbatoio. Le ricerche si sono spostate successivamente anche nelle aree di campagna confinanti col luogo del delitto. Intanto questa mattina tutti gli elementi repertati nei pressi della villetta sono stati inviati al Ris di Roma. Si tratta essenzialmente di bossoli e pallini da caccia oltre a dei campioni di sangue della vittima . Saranno sottoposti ad esame balistico anche due fucili simili a quello che ha ucciso Silvano Nestola , sequestrati nella casa della famiglia di San Donaci ascoltata nei giorni scorsi in caserma a Lecce.

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