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Lecce, addio a Roberto Memmo, imprenditore e collezionista

 
Dino Levante

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Dino Levante

Lecce, addio a Roberto Memmo, imprenditore e collezionista

Nel 1995 portò a Lecce la sede della Fondazione, volano di cultura e socialità

Martedì 02 Febbraio 2021, 12:12

Lutto nel mondo dell’imprenditoria immobiliare e della cultura. È morto domenica, 31 gennaio, a Roma, l’avvocato Roberto Memmo. Nato il 19 marzo 1921 a Guagnano, il noto collezionista d’arte, tra i protagonisti della finanza del dopoguerra, avrebbe compiuto 100 anni tra poco più di un mese.
Più volte ritenuto appartenente alla loggia P2, aveva sempre smentito. Molto vicino alle famiglie Savoia, Grimaldi di Monaco e Borbone di Spagna, Memmo dopo le esperienze industriali salentine, alcune delle quali naufragate - come l’Harry’s moda negli Anni ‘70 -, coltivò la sua passione per la bellezza che gli fece acquisire palazzo Ruspoli a Roma, rilevando, dal principe Alessandro Ruspoli, gran parte dell’immobile.


Sposato con la signora Maria Pia, Memmo condivise con le figlie Giacinta, Daniela Memmo d’Amelio e Patrizia Memmo Ruspoli, la passione per l’arte che lo portò a creare, nel 1990, la Fondazione che porta il suo nome con spazi espositivi nel palazzo e in quelle scuderie.
Nel 1995, tra Roma, Parigi, Montecarlo e New York, volendo contribuire al rilancio culturale del capoluogo salentino, ritornò nella terra d’origine e nell’ottobre annunciò che la Fondazione Memmo avrebbe avuto una sede anche a Lecce, a Palazzo Guarini su via Principi di Savoia.


A febbraio 1996 Memmo organizzò un convegno nel Teatro Paisiello sul tema: «Problematiche della città barocca», al quale parteciparono, tra gli altri, l’architetto Paolo Portoghesi e Francesco Amendolagine, il sindaco Stefano Salvemini, l’onorevole Adriana Poli Bortone, il senatore Giovanni Pellegrino, Ernesto Sticchi Damiani, docente dell’Università di Lecce.
Dopo il chiacchierato restauro della facciata, in quel palazzo dal 14 dicembre 1996 organizzò la mostra «Le immagini degli dei. Mitologia e collezionismo tra ‘500 e ‘600» - con opere di Tiziano, Caravaggio, Guercino e tanti altri celebri artisti - alla quale intervennero prima Giancarlo Menotti e poi Vittorio Sgarbi. Dal 10 ottobre 1997 al 10 aprile 1998 si tenne l’esposizione «Via Appia: sulle ruine della magnificenza antica» (che da febbraio a giugno 1997 era stata ospitata a Palazzo Ruspoli). Altre occasioni non mancarono per sollevare anche delle critiche sull’operato della Fondazione Memmo (famose quelle di Ennio Bonea), come il disvelamento degli affreschi del Museo del Teatro romano nel 1999. Nel 2000 Roberto Memmo ottenne l’onorificenza di Grande di Spagna e fondò a Lecce l’Art University Beato Angelico. Le esequie oggi in forma privata a Roma.

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