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Xylella ad Ugento, in fumo 4mila ulivi secchi e il caldo brucia angurie, peperoni e pomodori

 
Redazione online

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Xylella ad Ugento, in fumo 4mila ulivi secchi e il caldo brucia angurie, peperoni e pomodori

Lo sfogo di un imprenditore: «Le compagnie assicurative si rifiutano di coprire il danno da colpo di sole»

Martedì 18 Agosto 2020, 13:15

UGENTO - Mancanza d’acqua e incendi mettono in ginocchio l’agricoltura salentina. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, che interviene per chiedere aiuti per gli agricoltori: «Con un grado in più nell’estate 2020, divenuta rovente, sono 100mila i metri cubi di acqua che mancano all’appello in Puglia. Il risultato è verdure scottate dal solleone e frequenti incendi, con il bilancio drammatico, solo a Ugento, di 4.000 ulivi secchi per la Xylella andanti in fumo da giugno ad oggi».

Angurie, peperoni e pomodori mostrano segni di scottature per l’eccessivo caldo, mentre è sempre più necessario il ricorso all’irrigazione di soccorso, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. «Sono gli effetti del grande caldo e dell’assenza di precipitazioni distribuite nel tempo in un 2020 che, con un inverno mite e piogge praticamente dimezzate, si classifica come il secondo semestre più caldo dal 1800, con temperature superiori di 1,1 gradi rispetto alla media. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Puglia, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che compromette anche le coltivazioni nei campi, con costi per oltre 3 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».

Nelle giornate più calde dell’anno, aggiunge Coldiretti Puglia, centinaia di ulivi malati per la Xylella sono andati a fuoco, grazie al favore del vento che ha fatto dilagare le fiamme tra le piante ormai secche. «Una strage che si ripete - stigmatizza Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce - lasciando dietro di sé paesaggi lunari. Solo ad Ugento sono andati in fumo, da giugno ad oggi, 4.000 ulivi secchi a causa della Xylella nei campi abbandonanti per i ritardi negli espianti e per i vincoli paesaggistici, che non consentono di procedere con espianti e reimpianti». Ai danni incalcolabili all’agricoltura si sommano, continua Coldiretti, quelli d’immagine, «con gravi ripercussioni anche sul turismo in un territorio come il Salento, ricco di luoghi di straordinaria bellezza che hanno attirato negli anni un numero crescente di vacanzieri italiani e stranieri». Gli agricoltori, aggiunge Coldiretti, «chiedono interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per sottrarre le campagne all’abbandono».

«Da alcuni anni - spiega poi Nicola Vantaggiato, imprenditore agricolo di Corigliano d’Otranto - molte compagnie assicurative si rifiutano di coprire il danno da colpo di sole e se lo fanno è a prezzi proibitivi. Quindi, visto che negli ultimi anni il fenomeno delle scottature sul peperone è assai frequente a causa delle persistenti alte temperature, molti agricoltori hanno ridotto gli ettari destinati a peperoni e altri ortaggi, prediligendo altre colture, fra cui angurie, meloni e pomodori: su queste colture, però, si hanno delle oscillazioni di prezzo al ribasso, a volte indecenti».

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