Burlesconi non è un refuso, è il titolo della mia prima raccolta di vignette dedicata al Cavaliere. Seguirono Bandana Republic, Ecce Gnomo, Supernan, That’all folks e Il Cavaliere dimezzato. Dal 1994, l’anno in cui Berlusconi decise di scendere in campo sono trascorsi davvero moltissimi anni. Ho cercato qualche vignetta di quel periodo, ne ho riesumate un paio, hanno a che vedere con la presentazione del primo programma di Forza Italia e con i suoi problemi con la Giustizia. Ovviamente le vignette che lo riguardano risalgono a molti anni precedenti, già dalla metà degli anni Ottanta. Dal ‘94 in poi è esploso il Silvio politico, per la felicità di noi disegnatori di satira. Certo c’erano stati i Craxi, gli Andreotti, i Fanfani, i D’Alema, e tanti altri della così detta prima Repubblica. Berlusca offriva qualcosa di più. Un uomo che ha trasformato la politica in uno uno spettacolo è che non solo stava sulla scena politica, il che lo avrebbe accomunato a tanti altri personaggi politici; ma ci stava come autore di «trovate» per cui, sotto questo punto di vista, è stato assolutamente insostituibile per chi fa satira politica. Riusciva addirittura a scavalcare la satira stessa. Non riuscivi a stargli dietro. Ovviamente è stato un uomo molto discusso non solo nel nostro Paese ma anche all’estero, per alcune sue uscite non molto edificanti, e non solo per quello, per un Premier. Naturalmente offriva il fianco alle battute, alle vignette e le porgeva su di un vassoio non d’argento ma di platino. Ho sempre rappresentato il cavaliere basso, calvo, fino a quando si mise poi il gatto morto in testa, sempre in doppiopetto con cravatta blu a pallini , ormai una divisa impostagli che lui odiava. Quando lo disegnavo pensavo al gatto del Cheshire di Alice nel paese delle meraviglie di Walt Disney. Lo stesso sorriso a quarantaquattro denti. Vorrei aggiungere che non ha mai querelato un vignettista: disse «LA SATIRA E’ IL VENTO DELLA LIBERTA’ (23 marzo 2011).