La classifica

Sostenibilità, nel report di Legambiente «Ecosistema Urbano» Lecce migliore di Puglia, 53esima. Foggia fanalino di coda, 91esima

Bari si piazza al 76esimo posto, Brindisi al 79esimo, Taranto all'82esimo. Male anche la Basilicata. I dati su differenziata, consumi idrici, trasporti pubblici, verde

Città italiane in affanno sulla sostenibilità: nel 2024 è calata la media del punteggio dei capoluoghi che hanno perso terreno sui diversi obiettivi. Forte il divario tra Nord e Sud. È un quadro allarmante quello che esce da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, sul 2024. In base ai dati del Rapporto nel 2024 è calato al 54,24% la media del punteggio raggiunta dai 106 capoluoghi, registrando un -3,8% rispetto a due anni fa quando si attestava al 56,41%. Se si guarda alle singole città, nel 2024 sono Trento (79,78 %) e Mantova (78,74%) le uniche città a superare la soglia di 75 punti e a dominare la classifica di Ecosistema Urbano ottenendo rispettivamente il primo e secondo posto. Dietro di loro si piazza Bergamo, al terzo posto con un punteggio del 71,82%, risalendo la classifica di ben 13 posizioni (nella passata edizione era16esima), grazie ad un impegno costante soprattutto nel settore della raccolta differenziata e della ciclabilità. Le altre città che rientrano della top ten sono Bolzano, quarta, seguita da Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Bologna, Forlì. Il Sud è sempre in grande affanno, ad eccezione di Cosenza, 16esima in classifica, unica città del Meridione nella top 20 anche se rispetto alla passata edizione perde 3 posizioni (era 13esima). In fondo alla classifica ci sono nove città del sud - Caltanissetta (97), Caserta (98), Catania (100), Palermo (101), Catanzaro (102), Napoli (103), Crotone (104), Vibo Valentia (105°), Reggio Calabria (106°) - che non arrivano a toccare il 35% del punteggio. Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria sono addirittura al di sotto dei 25 punti su 100. Per quanto riguarda la Puglia, Lecce è al 53esimo posto, Bari al 76esimo, Brindisi al 79esimo, Taranto all'82esimo e Foggia al 91esimo. In Basilicata, Potenza è 84esima mentre Matera si piazza al 92esimo posto.

Nel 2024, inoltre, cala la media della superficie urbana dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità - 10,39 metri equivalenti ogni 100 abitanti, così come diminuisce sia l'estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo passando agli attuali 48,6 mq sia quella delle zone a traffico limitato che nel 2024 si attesta a 368,3 metri quadri ogni 100 abitanti. Cresce, stando i dati Ispra, il consumo di suolo nel totale dei capoluoghi: dal 2018 al 2023 è pari a circa 4500 Ha, a fronte di un calo del numero degli abitanti (-346.000 abitanti). Ne deriva una crescita del suolo impermeabilizzato per ogni abitante delle città, sempre su base quinquennale, pari a +6,3 mq/ab dal 2018 al 2023 (+3,5% rispetto al 2018), con forti variazioni da città a città.

FOCUS PUGLIA E BASILICATA

«Una sorta di discesa agli inferi». Così Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, commenta i dati del Rapporto Ecosistema Urbano 2025, realizzato da Legambiente con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Taranto scivola all’82° posto su 106 città, tre posizioni in meno rispetto al 2024 e 23 in meno in tre anni. L’indice di sostenibilità scende al 46,11%, quasi 34 punti sotto Trento, prima in classifica con il 79,78%. «Al sindaco chiederemo un confronto - annuncia Franco - a partire dal dato vergognoso della raccolta differenziata, ferma al 23,1%, penultima in Italia, contro una media del 65,13%. Servono interventi su mobilità, verde urbano e consumo di suolo, oltre a un forte impulso alle energie rinnovabili». Franco invita a considerare "questo il vero anno zero da cui ripartire» e propone «una programmazione puntuale e verifiche periodiche sugli obiettivi. Se si lavora con coraggio - aggiunge - il recupero delle posizioni perse è alla nostra portata». Sul fronte ambientale, Legambiente segnala che i livelli di PM10, PM2.5 e NO2, pur entro i limiti italiani, superano le soglie guida OMS. «Serve una rapida decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico - conclude Franco - per tutelare salute e ambiente».

Matera e Potenza «in costante arretramento. Questa è la fotografia fornita dal Rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulle performance ambientali dei 106 capoluoghi di provincia italiani riferite ai dati del 2024». Lo sottolinea il presidente di Legambiente Basilicata, Antonio Lanorte, specificando che «nella classifica generale della qualità ambientale dei due capoluoghi, Matera scende dall’82° posto dello scorso anno al 92° di quest’anno (nel 2023 era al 55° posto). Potenza invece continua lentamente ad arretrare scendendo di quattro posizioni dall’80° posto dello scorso anno all’84° di quest’anno (nel 2023 era al 79° posto)».
Il punteggio complessivo «risulta ben al di sotto della media italiana (pari a 54,24%) sia per Matera, che totalizza un punteggio di 41,99% (lo scorso anno era 48,11%) che per Potenza che segna il 45,62% (lo scordo anno era il 48,55%). Il punteggio, calcolato in centesimi, viene assegnato sulla base dei risultati qualitativi ottenuti nei 19 indicatori consideªrati da Ecosistema Urbano che coprono 6 aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia».
Secondo Lanorte, «i numeri di Ecosistema Urbano 2025 delineano una condizione di generale arretramento della qualità ambientale urbana dei due capoluoghi lucani che dovrebbero, invece, rappresentare i principali laboratori potenziali di rigenerazione urbana, ma, al contrario, non appaiono affatto modelli di riferimento per una gestione urbana di qualità, paralizzati da alcune emergenze croniche».

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