Video-hard all'università: nessun colpevole
CAMERINO (MACERATA) - Sembra essersi risolto in una bolla di sapone lo scandalo dei video hard all'Università di Camerino: da un lato il principale protagonista, il prof. Ezio Capizzano, assolto il 7 giugno scorso dalle accuse di concussione, corruzione, peculato e violenza sessuale; dall'altro 4 ragazze, sue ex studentesse, indagate per calunnia, per le quali la vicenda si è chiusa oggi con un'archiviazione.
Nè vittime nè carnefici, insomma, nessun colpevole, in questa storia che questa mattina ha vissuto un'altra puntata: Luigi Tosti, il giudice della «crociata anticrocefisso» nelle aule di giustizia, lo stesso che aveva assolto Capizzano - e tre studentesse accusate di concorso in corruzione e peculato - incrociando il suo destino di garante della laicità con quello del professore «sciupafemmine», ha deciso stamane in camera di consiglio che la posizione delle quattro ragazze andava appunto archiviata. Lo aveva già chiesto il pm Cristina Polenzani, grande accusatrice di Capizzano, ma il gip aveva dovuto fissare la camera di consiglio in seguito all'opposizione presentata dai legali del docente. Delle quattro ex studentesse, due lo avevano accusato di violenza sessuale, costituendosi parte civile, una di concussione e una quarta - finita sotto processo - si era difesa sostenendo di essere stata costretta a subire le avances del maturo professore, immortalate, come gli altri rapporti da lui avuti con diverse allieve, con una telecamera nascosta nel suo studio d'ateneo.
Il professore le aveva denunciate tutte e quattro per calunnia: A. M., già assolta dall'accusa di corruzione, S. C., parte offesa nel presupposto reato di concussione, G. M. e N. F., le due giovani che avevano rivolto l'accusa più pesante, ovvero quella di violenza sessuale. Ma per tutte loro, alla fine, non ci sarà nessun procedimento.
Per ora, dunque, in attesa di sapere se Polenzani ricorrerà in appello contro la sentenza che ha assolto Capizzano - e i legali delle ragazze che parlano di violenza sessuale hanno ribadito anche oggi che la solleciteranno in tal senso - il «terremoto» che aveva scosso alle fondamenta il piccolo ma glorioso ateneo (più scardinante di quello che aveva messo in ginocchio Marche e Umbria, chiosò il sindaco dell'epoca) sembra per il momento rientrato. Con buona pace delle ragazze (una delle due presunte vittime della violenza ha di recente sfogato tutta la sua amarezza per il mancato «riscontro da parte della giustizia», in un'intervista telefonica concessa a Sky Tg24) e del professore, che si è sempre piccato di aver amato le sue donne e di aver avuto con loro solo rapporti consensuali.