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Botta e risposta Meloni-Schlein sui fondi per la sanità: è scontro

Botta e risposta Meloni-Schlein sui fondi per la sanità: è scontro

 
Redazione online

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Botta e risposta Meloni-Schlein sui fondi per la sanità: è scontro

La premier: 'Da noi più fondì. La replica: 'nasconde i tagli'

Venerdì 19 Aprile 2024, 21:13

BARI - Botta e risposta a distanza fra Giorgia Meloni e Elly Schlein sulla sanità. La premier, dal palco del comizio per la chiusura della campagna elettorale in Basilicata, ha affermato: «Non mi vengano a fare la morale sui soldi alla sanità. La segretaria Pd Schlein ha detto che le tasse sono belle perché ci si paga la sanità. Noi siamo il governo che ha messo più soldi nella storia d’Italia sulla sanità: 134 miliardi di euro nel 2024. In rapporto al Pil la più alta percentuale di sempre 6,88%. Non credete alle fake news».

La risposta della leader del Pd arriva poco dopo con una nota: «Meloni sui fondi alla sanità viene smentita dal suo stesso governo: nella legge di bilancio emerge chiaramente che la spesa sanitaria sul Pil sta scendendo fino a livelli precedenti alla pandemia. I dati sono sotto gli occhi di tutti e il decreto Pnrr certifica un ulteriore taglio di 1,2 miliardi di euro alla sanità che tocca anche la messa in sicurezza degli ospedali. E non è solo il partito democratico a denunciarlo ma le regioni stesse, anche quelle amministrate dalla destra: invece di cercare di nascondere evocando improbabili fake news, la presidente del Consiglio si faccia spiegare gli effetti delle sue disastrose riforme dai governatori del centro destra che, per voce di Fedriga, parlano apertamente di smantellamento del sistema sanitario nazionale».

«Invece che fare propaganda - continua Schlein - Meloni metta più risorse e sblocchi il tetto alle assunzioni per evitare che i reparti si svuotino e le liste d’attesa continuino ad allungarsi. Meloni come suo solito butta la palla in tribuna e non è un caso che lo faccia a pochi giorni dalle elezioni e alla vigilia di una settimana parlamentare in cui l’autoproclamata patriota dovrà esaudire in silenzio i desideri secessionisti di Salvini e Calderoli». 

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