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«Il futuro di Decaro? In Puglia», parla Paolicelli (Pd)

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

«Il futuro di Decaro? In Puglia», parla Paolicelli (Pd)

«Le elezioni? Non abbiamo interpretato le periferie che guidiamo da anni»

Sabato 08 Ottobre 2022, 14:14

Francesco Paolicelli, consigliere regionale di Bari molto vicino ad Antonio Decaro, che succede nel Pd nazionale dopo il 25 settembre e la direzione post voto?

«Il partito deve tornare a essere democratico. Mi sono iscritto nel 2007 quando c’era davvero la volontà di far avvicinare i cittadini e di parlare a tutti i mondi. Studiavo e lavoravo in una azienda edile ad Altamura e vedevo quanto era importante dialogare sia con i lavoratori sia con l’imprenditore. Dobbiamo ripartire da quelle premesse che furono le basi della nascita del Pd e mettere mano al più presto alla legge elettorale tornando alle preferenze».

Il post Letta è già iniziato. Quale delle tre opzioni che si vanno profilando trova più attraente tra sinistra, sindaci alla Nardella e Bonaccini? 

«Vorrei capire prima le regole del congresso. Non sappiamo se ci saranno le primarie, se ci sarà un nuovo tesseramento, se i compagni di Articolo 1 rientreranno nel partito… Credo che il futuro della nostra comunità debba essere deciso da chi ne fa parte, da chi resta sempre nel Pd, non a fase alterne».

Cosa non ha funzionato in campagna elettorale?

«Ci sono state due posizioni forti del M5S, sul Bonus 110 e sul reddito di cittadinanza del governo Conte, che hanno fatto breccia nell’elettorato, nonostante le storture e le truffe connesse ai due provvedimenti. Temi su cui il Pd non si è espresso chiaramente pur avendo sostenuto i due provvedimenti. In tante realtà locali dove amministriamo abbiamo dimostrato di essere stati precursori su questi temi, nei fatti e con politiche di incentivo al lavoro e di sostegno alle povertà. Bari ne è un esempio lampante con i cantieri di cittadinanza del 2016. Abbiamo raccontato poco e male le proposte innovative del Pd e dai suoi amministratori».

Che immagine conserverà delle politiche 2022?

«Due serate: una ad Altamura davanti ad una piazza gremita, tornare nella propria città da sempre tanta emozione; l’altra è stato l’incontro nel castello di Rutigliano, con Nichi Vendola e Antonio Decaro, un evento che ha coinvolto tantissimi giovani. Ecco, la nostra missione dovrebbe essere quella di far avvicinare quanti più ragazzi alla politica, per essere protagonisti del proprio futuro».

Il dato pugliese del Pd?

«Si presta a tante letture. C’è stato un forte astensionismo, ma  che il Pd abbia preso più punti che in passato mi appassiona poco. Mi interrogo sulle sconfitte nelle periferie, dove tra comunali e regionali avevamo avuto un altro raccolto. Non siamo riusciti a interpretare i territori che amministriamo da anni. Lì non è arrivato il messaggio del Pd nazionale».

C’è stata l’assemblea Pd della provincia di Bari, con quasi duecento presenti…

«Ha mostrato l’importanza del dialogo con gli iscritti e con i territori. Nei prossimi giorni mi piacerebbe tornare in tanti circoli. L’incontro di Bari mi ha palesato davanti agli occhi che c’è tanto bisogno di tornare a parlare tra di noi, di condividere esperienze o malumori. È lì, in quelle sedi, che possiamo incontrare nuove persone e convincerle a partecipare alla discussione che riguarda un orizzonte comune».

Il congresso regionale prima o poi si farà. Lei potrebbe candidarsi?

«Spero si tenga prima possibile, insieme a quelli delle province e delle città. Io sono commissario a Terlizzi. Da un uomo di partito resto a disposizione per costruire. In questa fase la priorità è allargare la base e aprirci a chi è fuori dai dem. Pescare un nome a caso non è la soluzione migliore. Sono e sarò prima di tutto un iscritto, a prescindere dal ruolo o dalla medaglietta appesa sulla maglia».

 Dopo Lacarra…

«Il ko alle politiche è figlia di tante divisioni e di mancanza di parole chiare nei confronti degli elettori. Ora è il momento di superare i vecchi steccati. Chi guiderà il Pd Puglia dovrà impegnarsi soprattutto a unire per una nuova stagione».

In Regione i 5S chiedono il rimpasto o magari di indicare il prossimo governatore. 

«Con il M5S lavoriamo su proposte comuni. Le alleanze si costruiscono così. Non è una questione di posti. Il lavoro fatto fino ad oggi non va disperso».

Il futuro di Antonio Decaro è nel partito nazionale, alla Regione o in Europa?

«Sicuramente Decaro è un leader stimato in tutta Italia e tanti amministratori lo vorrebbero in campo per la guida del nuovo Pd, ma Antonio ama quello che sta facendo, ama la sua città e la sua terra. Lo aspettano mesi però intensi».

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