Consigliere Antonella Laricchia, già candidato governatore del M5S (e ora all’opposizione della giunta Emiliano), cosa cambia con il voto plebiscitario degli iscritti che hanno rinnovato la fiducia al leader Conte?
«Sinceramente, credo nulla. Negli ultimi tre anni, ho visto avviare un “nuovo corso” almeno 4 volte. Il M5S, per essere credibile e incisivo, ha necessità di ritrovare la sua identità, fondata sulla trasparenza della politica e partecipazione attiva dei cittadini. In ogni caso, dovrebbe lavorare a lungo e a fondo per recuperare la credibilità perduta che non è altro che la probabilità di essere creduti. L’Italia non ha bisogno di un nuovo partito».
La linea dell’ex premier restituisce autonomia al movimento rispetto al Pd. Sulla questione delle spese militari condivide la posizione contiana?
«Sarei felice se Conte fosse davvero portatore di una linea di autonomia rispetto al Pd ma invece mi pare che così non è: Giuseppe Conte è annoverabile infatti tra gli autori dell’inciucio con Emiliano in Puglia e continua a sostenere Draghi collezionando altre giravolte sulle idee alla prova dei fatti. Condivido la sua posizione sulle spese militari ma non sono certissima che la porti perché realmente convinto o piuttosto perché si muove maldestramente alla ricerca del consenso perduto, sposando ora una linea per avvicinarsi alla gente ora quella opposta per non mal disporre il partner di turno».
In cosa dovrebbe distinguersi ancora il M5s per ritrovare i consensi perduti negli ultimi quattro anni?
«Trasparenza delle decisioni politiche e istituzionali, partecipazione dei cittadini, tensione verso la democrazia diretta: così i cittadini che si fanno Stato non diventano sistema ma lavorano per le giuste priorità: scuola, economia, cultura, ambiente. Tralasciando il potere e le poltrone dei pochi per il bene comune».
In Puglia ci sono le amministrative. A Barletta il Movimento non appoggia la candidata emilianista Scommegna. L’adesione alle proposte dem non rientra in un accordo nazionale?
«A Barletta, gli attivisti finora hanno scelto di muoversi con coerenza al fianco di chi ha condiviso un percorso di opposizione all’amministrazione uscente e lontano da personaggi pubblici che da sempre non ritengono partner adatti alla costruzione di un progetto condiviso, come Filippo Caracciolo. Sembra che stiano anteponendo il bene della città e i loro valori agli interessi romani dei partiti. Ma parlando delle pressioni che subiscono, la mia storia mi insegna che il meglio debba ancora venire. Vedremo dunque le evoluzioni ma spero che restino leali rispetto ai cittadini e alle loro aspettative».
Alla Regione non condivide l’ingresso in maggioranza dei suoi colleghi grillini. Che risultati hanno raggiunto rispetto al programma con cui lei si è presenterà agli elettori?
«Nulla di diverso dalla scorsa legislatura e che non avrebbero potuto ottenere restando all’opposizione come faccio io, solo indennità di funzioni aggiuntive, il nuovo vitalizio ed erano lì lì per afferrare anche il Trattamento di Fine Mandato».
Come la pensa sull’Ospedale in Fiera a Bari?
«Sono tra coloro che hanno portato il caso in Procura denunciando la mancanza di trasparenza nei ripetuti accessi agli atti che ho fatto. È un altro risultato che ho potuto ottenere scegliendo di non farmi ammutolire da una poltrona offerta da Emiliano. Finirà con un buon lavoro della magistratura».
A quale esponente nazionale, infine, si sente vicina? Manca al Movimento Alessandro Di Battista?
«Direi Virginia Raggi ma mi mancano i tempi in cui agivamo come un suol uomo e i nomi non facevano differenza. Certo, Di Battista manca moltissimo, come tanti altri come lui, più o meno famosi, che si sono allontanati».