Le infrastrutture di cittadinanza per riscattare un Sud imbolsito e fuorviato dal reddito di cittadinanza. Nelle ore in cui il centrosinistra arranca sul caso Bari - disorientato da smentite che non smentiscono, messo in discussione da quei social ai quali negli ultimi 20 anni si è dato troppa importanza, esposto al pubblico ludibrio da una comunicazione indecisa a tutto - ecco che Giorgia Meloni, accompagnata dal super ministro Raffaele Fitto piazza a pochi chilometri dalla Puglia due colpi niente male. La coppia Meloni-Fitto ieri ha firmato con le regioni Molise e Basilicata gli accordi delle Politiche di sviluppo e della coesione finalizzati a ridurre i divari e le disparità tra i territori.
Gli accordi sottoscritti ieri quotano un miliardo e mezzo di euro e sono importanti non solo e non tanto per le somme che vengono messe a terra ma soprattutto per la filosofia che ispira le intese tra Governo e Regioni. La presidente del Consiglio Meloni batte parecchio su questo punto, rivolgendosi ai tanti sindaci intervenuti ieri nell’aula magna dell’università lucana che ha ospitato la cerimonia e offrendo loro un paragone illuminante. «I soldi che si spendono per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico non sempre vengono compresi perché non si vede il risultato, non danno i moltiplicatori che altri investimenti possono dare. È la ragione per cui la messa in sicurezza del territorio finisce in fondo alla priorità ma i politici che hanno una coscienza i soldi su questo li devono mettere: non saprai mai se hai salvato la vita a qualcuno ma almeno ci hai provato». Ecco, dunque, la storia «affascinante e illuminante» di un sindaco giapponese, Kotaku Wamura. «Nel 1967 decide erigere una barriera anti-tsunami nella sua città, investe una cifra equivalente oggi a 25 milioni euro e - raccontato la premier - è stato linciato dalla popolazione: “butti i soldi, è un’opera mostruosa, non serve”. Poi quando nel 2011 c’è stato lo tsunami...