serie c
Laribi, prove da leader: «Bari è grande piazza»
«Ho il 10 del mio idolo Baggio, ho chiesto il permesso a Brienza»
A sentirlo parlare, emerge netta un’impressione. Karim Laribi per il Bari non rappresenta soltanto un rinforzo di caratura superiore. Può essere che i galletti abbiano trovato un leader naturale. Un trascinatore, pervaso dalla voglia di vincere. Ogni concetto è privo di banalità: schiettezza, trasparenza e personalità sgorgano dalle parole dell’italo-tunisino prelevato dall’Empoli e subito utilizzato da titolare contro Sicula Leonzio e Reggina.
«Quando mi hanno proposto di tornare in serie C, confesso di aver tentennato», racconta il 28enne fantasista a proposito della lunga trattativa che lo ha portato in biancorosso. «È un torneo che ho disputato una sola volta, peraltro venendo dalla Primavera. Qualche notte mi sono svegliato, preso dai dubbi. Ma la verità è che qui di C c’è solo il campionato: piazza e società sono di un’altra categoria. Tirerò fuori un ricordo doloroso per i tifosi del Bari, ma non posso dimenticare la partita disputata qui con la maglia del Latina, la semifinale dei playoff nel 2014: il San Nicola era pieno in ogni settore. Ecco, il mio sogno è rivederlo così e godermelo con i colori biancorossi».
Un’ambizione realizzabile, a patto che il Bari riesca a centrare il traguardo promozione. «Il nostro obiettivo deve continuare ad essere quello di macinare più punti possibile, senza pensare al percorso degli altri. Questo gruppo possiede senz’altro ottime potenzialità. Parlo dei due match che ho giocato: contro la Sicula Leonzio abbiamo disputato una prova più sicura facendo a tratti emergere le nostre qualità tecniche, mentre contro la Reggina sono emerse maggiori difficoltà, soprattutto negli ultimi 30 metri. Tuttavia, proprio nelle giornate in cui si è meno brillanti, è fondamentale preservare il risultato e non è da sottovalutare l’aver riacciuffato un avversario molto forte». È pronto a tutto, pur di dare il suo contributo alla causa. «Sono al servizio di tutti i compagni che hanno bisogno di me in campo», afferma Laribi «Ammetto di essere un po’ rompiscatole nello spogliatoio, soprattutto con i ragazzi più giovani, perché voglio che crescano e migliorino. In campo, però, mi metto a disposizione cercando di fare ciò che mi riesce meglio: passare la palla. Posso giocare come mezz’ala, trequartista o esterno: ho una buona propensione a ricoprire più ruoli: nel calcio moderno, è una fortuna. Ho voluto il numero dieci perché lo hanno indossato tanti giocatori di talento, tra i quali il mio idolo calcistico: Roberto Baggio. Nel Bari, peraltro, lo ha avuto Brienza che per me è sempre stato un riferimento: uno di quei piccoletti che incantano alle spalle le punte. Non nascondo che quando sono arrivato, prima di prendere la casacca con il dieci, ho chiesto il permesso a Ciccio».
Nel calcio fondato su mille clausole, bonus e opzioni, è parso un po’ singolare il suo arrivo in prestito secco, senza che fosse posta nero su bianco una prospettiva per proseguire il percorso con i galletti. «È una modalità – spiega Laribi – concordata con il Verona che è proprietario del mio cartellino. Non è un male: in tal modo, potremo valutare serenamente quanto accade in questi sei mesi. Con il direttore Matteo Scala ho un ottimo rapporto. Ora impegniamoci per il bene del Bari: io per primo devo alzare da subito il livello delle mie prestazioni».