L'annuncio

Aeroporti, nasce in Puglia la prima Rete italiana

Se Bari e Brindisi sono realtà di punta e Grottaglie, grazie alla destinazione industriale e di cargo, «galleggia», Foggia è l’anello debole della catena

LEONARDO PETROCELLI

BARI - Aeroporti di Puglia evolve nella prima Rete aeroportuale italiana. Il salto di qualità che «federa» i quattro scali regionali - Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie (Taranto) - in un’unica struttura centralizzata è stato annunciato ieri in conferenza stampa dal governatore Michele Emiliano, affiancato da Tiziano Onesti e Marco Franchini, rispettivamente presidente e direttore generale di Aeroporti di Puglia (Adp).

«Siamo la prima regione italiana in assoluto - esordisce Emiliano - ad ottenere questo riconoscimento ricevuto attraverso un decreto interministeriale che, a sua volta, recepisce la direttiva europea 2009/12. Ringrazio il ministro Graziano Delrio ed Enac per la fiducia accordata ad Adp, valutata, evidentemente, come realtà produttiva e strategica». L’utilità dell’operazione si svela soprattutto nella sua declinazione «compensativa». Se Bari e Brindisi sono realtà di punta e Grottaglie, grazie alla destinazione industriale e di cargo, «galleggia» in un buon equilibrio finanziario, Foggia è l’anello debole della catena. Al momento, l’aeroporto dauno perde circa 2,5 milioni di euro l’anno e, fino a ieri, il rischio che l’Enac e il ministero chiedessero una valutazione di utilità rimaneva altissimo.

Oggi, la Rete disinnesca l’ eventualità. Come spiega Onesti, «la prima virtù del nuovo assetto è quella di produrre bilanciamento e armonia. In altre parole, le maggiori entrate di Bari e Brindisi sosterranno gli scali minori, principalmente Foggia» che, a questo punto, non sarà più tenuta in vita dai denari dei pugliesi. E poi c’è il nodo tariffario: «Una allineamento anche su questo piano - riprende - consentirà agli aeroporti meno impegnati di non attestarsi su richieste astronomiche ma di poter usufruire delle stesse tariffe di quelli più impiegati». Foggia, comunque, dovrebbe trovare un definitivo equilibrio quando saranno completati i lavori di allungamento della pista (ci vorrà oltre un anno), passo necessario per trasformare l’aeroporto in base per la Protezione Civile. «Nella speranza - conclude Onesti - che sia Foggia che Grottaglie stimolino l’interesse di compagnie private».

Al netto delle «messa in sicurezza» dello scalo dauno, la Rete riserva al complesso aeroportuale pugliese anche altri benefici. Innanzitutto gestionale. «Realizzeremo un unico contratto di programma - spiega Franceschini - e non più quattro distinti. In questo modo potremo pianificare meglio la crescita del patrimonio infrastrutturale regionale». E poi ci sono i ricavi, destinati, secondo Onesti, a crescere. Una «scommessa», come lo stesso presidente di Adp chiarirà qualche istante dopo, che però poggia su alcune basi già definibili : «La Rete si presenterà davanti all’Authority per la regolazione dei trasporti chiedendo un adeguamento tariffario per quelli che vengono definiti i servizi comuni centralizzati». Le compagnie, insomma, pagheranno un po’ di più. «Nessun rischio per il consumatore» si premura di precisare Onesti ma il timore che le compagnie possano scaricare il danno sul prodotto finale anziché assorbirlo è più che fisiologico. Si vedrà strada facendo. Nel frattempo, l’ipotesi di una privatizzazione di Adp può dirsi naufragata: «In realtà non è mai esistita - conclude Emiliano -, ne hanno dibattuto per due anni in Consiglio regionale ma il punto è sempre quello ed è ineludibile:non si vendono anche perché nessuno li vuole comprare».

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Foggia, insorge il presidente del Consiglio comunale: a Bari in otto giorni la pista, noi non avremo a breve nè la nuova posta nè il finanziamento per i voli civili.

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