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Il dopo elezioni e il M5S
10 Marzo 2018
Luigi Di Maio
MASSIMO BRANCATI
L'elettorato presenta il conto, anche se sarebbe riduttivo collegare il successo del Movimento 5 Stelle solo alla proposta di reddito di cittadinanza. Ma l'idea è di quelle che fanno breccia soprattutto in un contesto socio-economico devastato dalla crisi e dalla disoccupazione. In Basilicata il reddito minimo d'inserimento, che coinvolge una platea di poco più di 2.500 beneficiari, e la misura nazionale del Rei (reddito di inclusione) intercettano solo una minima parte dei cittadini in difficoltà. La continua fuoriuscita dal mercato del lavoro di over 50, padri di famiglia, e la cronica carenza di opportunità occupazionali per i giovani allarga di molto il raggio d'azione di un qualsiasi piano di sostegno al reddito. Ecco perché la proposta dei pentastellati alletta.
Al punto da spingere diversi cittadini, all'indomani del voto, a recarsi nei centri Caf e ai Municipi per chiedere informazioni sull'accesso al reddito di cittadinanza promesso da Di Maio in campagna elettorale. Nessun assalto, intendiamoci, ma anche nel capoluogo lucano sono state diverse le persone che hanno bussato agli uffici dei Caf territoriali. «È vero – sostiene Antonio Deoregi della segreteria regionale Uil - stiamo ricevendo richieste su come funziona il reddito di cittadinanza. Capisco la loro aspettativa ma stiamo spiegando che questa misura non è ancora attiva e non sappiamo se si verificherà. Se dovesse avvenire, tanto meglio». Margherita Bonavoglia del Caf Cisl di Potenza non ha comunque notato un maggiore afflusso di cittadini rispetto a ciò che già accadeva prima delle elezioni: «Da tempo - spiega – è un viavai di gente che chiede come accedere a forme di sostegno reddituale. Anche quando non si parlava di reddito di cittadinanza in tanti ci chiamavano per avere informazioni su possibili misure, al di là del reddito di inserimento voluto dalla Regione».
Sulla stessa lunghezza d'onda Anita Telesca del Caf Cisal: «Sinceramente non so neppure io cosa preveda questo fantomatico reddito di cittadinanza che, per il momento, è solo un'idea. Molte persone ci chiedono del reddito di inclusione, la misura introdotta dal Governo nazionale a dicembre scorso. Diciamo che una persona su due che si rivolge ai nostri uffici è interessata a questo tema. È la testimonianza – conclude Telesca – di una situazione disastrosa». Angela Vertone, del Caf Confagricoltura, conferma: «Sono pochi gli sprovveduti che non hanno capito come stanno le cose. Ci scherziamo su parlando del reddito di cittadinanza, ma la verità è che i cittadini sanno benissimo che si tratta di un annuncio elettorale. Di qui a trasformarsi in legge ce ne vuole». Anche Vito Romano del Caf Cia sottolinea come i lucani abbiano compreso cosa sta accadendo: «Da noi vengono per chiederci informazioni sul Rei. Abbiamo preparato diverse domande su questa misura, per il resto sono soltanto chiacchiere, magari alimentate dai social». Dove, tra l'altro, circola già un modello di richiesta all'Inps che è chiaramente una fake news, una bufala.
Non resta, dunque, che aspettare se l'idea del M5S possa tradursi in qualcosa di concreto. I cinquestelle, lo ricordiamo, hanno depositato la proposta di legge nella passata legislatura, prevedendo un sostegno economico variabile a seconda della composizione del nucleo familiare e dal reddito già percepito. Nel caso di un cittadino che vive da solo l'importo può arrivare fino a 780 euro. Una coppia con due figli di età inferiore ai 14 anni potrebbe ottenere un sostegno fino a 1.638 euro se nessuno dei due lavora. A differenza di altre misure di sostegno, come può essere il reddito minimo d'inserimento, il reddito di cittadinanza costituisce un contributo universale concesso indipendentemente dal reddito e dalla disponibilità o meno a lavorare. Per finanziare l'intero progetto, secondo il M5S, occorrerebbero 14 miliardi di euro, mentre secondo alcuni economisti, come il prof. Roberto Perotti, servirebbe almeno il doppio. Dove prendere tutti questi soldi? Di Maio non risponde. Mette le mani avanti e spiega che il reddito di cittadinanza può diventare realtà solo tra qualche anno, dopo una profonda riforma delle agenzie di collocamento. Come a dire, campa cavallo che l'erba cresce.
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