Dalle parole ai fatti. La giunta municipale ha approvato oggi l'intitolazione della sede del Comando di Polizia locale, in via Aquilino 1, al generale di brigata Nicola Marzulli, scomparso improvvisamente il 14 febbraio scorso stroncato da un malore in casa. La proposta, già discussa durante la seduta di Consiglio comunale del 16 febbraio dove aveva incontrato l'apprezzamento di tutti i consiglieri, si è tradotta oggi in un atto formale. La scelta di intitolargli il comando non è casuale visto che l'immobile ricorda il suo impegno e il suo amore per la sua città e le grandi prove che Bari ha superato brillantemente anche grazie alle sua capacità di guidare il corpo degli Agenti locali.
Nella delibera si legge, tra l’altro «la sua dedizione al lavoro, svolto sempre con competenza, rigore, professionalità e grande abnegazione, gli è stata riconosciuta non solo dall’amministrazione comunale di Bari, che lo ha chiamato più volte a ricoprire l’incarico di direttore della Ripartizione della Polizia municipale e Protezione civile, ma anche dalle altre istituzioni locali competenti in materia di sicurezza e ordine pubblico».
Marzulli era unanimemente considerato un servitore dello Stato, un “uomo delle istituzioni” che aveva iniziato a servire già all’età di 24 anni, dopo aver superato il concorso per Allievi sottoufficiali dell’Arma dei Carabinieri. Successivamente, a partire dal 1977 la sua carriera professionale si è sviluppata all’interno della Polizia Locale fino a ricoprire l’incarico di comandante ad Alberobello (che ha proposto la cittadinanza onoraria alla memoria), Taranto e Bari (è stato comandante del Corpo dal 1999 al 2005, e poi dal dicembre 2015 fino alla sua morte).
La delibera approvata oggi dalla giunta comunale, di fatto, avvalora quanto affermato dai familiari di Nicola Marzulli, che qualche giorno dopo il giorno successivo ai funerali hanno inviato una lettera esclusivamente alla Gazzetta del Mezzogiorno per ringraziare le migliaia di persone che avevano testimoniato il loro cordoglio e scrivendo testualmente: “Ci siamo resi conto di quanto Bari e i baresi volessero bene a Nicola, ricambiando quel sentimento che lui, con grande rispetto e dignità, manifestava alla sua comunità con il suo lavoro quotidiano. La sua prima casa era il Comando, la sua seconda famiglia il Corpo”.