LECCE - Noemi Durini è morta «per insufficienza respiratoria acuta conseguente ad asfissia da seppellimento mediante compressione del torace e dell’addome». Lo scrive il medico legale Roberto Vaglio incaricato dalla Procura per i Minorenni di Lecce di redigere la consulenza sulle cause della morte della sedicenne di Specchia. In sostanza come si evince dalla consulenza, notificata oggi ai legali delle parti, Noemi era ancora viva quando il suo assassino l’ha ricoperta con delle pietre di un muretto a secco ed è morta dopo una lenta agonia.
Sul corpo è stato riscontrato anche «un trauma cranico commotivo cagionato dall’azione multipla di corpi contundenti inferti a mani nude e/o pietre ed arma da punta e taglio». L'esame ha anche evidenziato che il fendente inferto con un coltello da cucina, la cui punta è stata rinvenuta conficcata nella nuca della vittima, non è stato letale, poiché la lama non è entrata nella scatola cranica.
Secondo il medico legale, inoltre, la presenza di tagli sull'avambraccio sinistro della ragazza dimostrerebbero il tentativo di Noemi di difendersi mentre le percosse al capo potrebbero aver prodotto «una commozione cerebrale con uno stato di ottundimento della coscienza complicata da una lesione laringea».
L’ipotesi avanzata è che l’aggressore l’abbia picchiata, poi ferita e ne avrebbe quindi trascinato il corpo privo di coscienza per circa 5 metri per poi seppellirlo. Il peso delle pietre avrebbe provocato quindi l’asfissia e l’insufficienza respiratoria. Pur non potendo esprimersi in termini di ragionevole certezza sull'ora del decesso, per il tempo trascorso, secondo il medico legale l’epoca della morte può essere collocata alle prime ore del mattino del 3 settembre.