petrolio
Torna la paura trivelle a Santa Maria di Leuca
Ok del Ministero ai sondaggi a 13 miglia. L'ira degli enti locali
di Mauro Ciardo
SANTA MARIA DI LEUCA - Il Ministero dà il via libera alle prospezioni con l’air gun per cercare idrocarburi in mare e il Salento è pronto a dissotterrare l’ascia di guerra.
Il Dicastero per l’Ambiente, con il supporto del Ministero per i beni culturali, ha chiuso positivamente la valutazione di impatto ambientale sul progetto presentato dalla statunitense Global Med, che aveva chiesto di setacciare un’area di circa 750 chilometri quadrati a 13 miglia davanti alla costa del Capo di Leuca, poco al di fuori delle 12 miglia di interdizione.
Sul progetto si era già opposta la Regione che aveva acquisito i pareri contrati degli enti locali interessati, a partire dalla Provincia di Lecce fino a tutti i comuni rivieraschi, che temono ripercussioni per l’ecosistema marino caratterizzato dalla presenza di un posidonieto davanti a Capo San Gregorio di Patù, di un banco di rarissimo corallo bianco nei fondali di Leuca e da altre aree in cui è documentata la presenza di specie protette come la foca monaca e la tartaruga caretta caretta.
Si tratta del primo progetto con un fronte di ricerca di 148 chilometri lineari e altri due potrebbero arrivare al traguardo a breve. Questi ultimi riguardano aree contigue alla stessa area autorizzata, per formare alla fine una macroarea sempre a sud di Leuca. Le prospezioni serviranno a capire se nei fondali dello Ionio settentrionale ci siano oli combustibili da emungere e in tal caso gli specchi acquei diventerebbero appetibili dalle multinazionali che faranno richiesta per trivellarli.
Nel corso delle operazioni con l’air gun, che complessivamente per questo progetto approvato dovrebbero durare 36 ore, opereranno una nave di acquisizione (seismic survey vessel), una barca da supporto (support vessel) e una da inseguimento (chase vessel). Sulla nave madre, dove saranno raccolti tutti i dati rilevati dagli idrofoni, dalle bussole magnetiche e dai sistemi di posizionamento, dovrà esserci la presenza di un osservatore altamente specializzato di mammiferi marini e di monitoraggio acustico passivo. L’azienda americana che fa capo a Randall C. Thompson svolgerà un’indagine sismica in due dimensioni, ma qualora avesse necessità di procedere con rilievi tridimensionali dovrà chiedere un nuovo studio ambientale.
Prescrizioni che alle popolazioni e agli enti locali non bastano e c’è chi si dice pronto a ricorrere alla giustizia europea. «Siamo arrivati a questa situazione – stigmatizza il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone – perché la Regione non è stata in grado di interloquire con il Governo. Percorreremo tutte le strade possibili contro quello che appare come l’ennesimo schiaffo al territorio – assicura – e siamo pronti anche a rivolgerci alla Corte di giustizia europea».
Sullo stesso avviso gli amministratori locali, che già la scorsa estate avevano dato vita a numerose manifestazioni di protesta tra cui uno sciopero della fame dei sindaci e una catena umana sulle spiagge per chiedere un dietrofront del Governo. «Siamo un territorio che vive di turismo – ha aggiunto il sindaco di Castrignano del Capo che amministra Leuca, Santo Papa – le prospezioni e le trivellazioni per noi sono incompatibili».