emergenza

Nelle dighe lucane mancano 125 milioni di mc di acqua

Per l'irrigazione dei campi prevista disponibilità ridotta

di ALESSANDRO BOCCIA

Nelle principali dighe lucane mancano all’appello 125 milioni di metri cubi di acqua, oltre 400 sono, infatti, quelli presenti al momento, mentre nello stesso periodo del 2016 se ne contavano ben oltre cinquecento. Colpa della pioggia che in Basilicata si è vista cadere poco negli ultimi mesi.

È in particolare in quella di Montecotugno, a Senise, che rappresenta il punto nodale dello schema idrico jonico-Sinni, realizzata lungo il corso del fiume Sinni tra il 1970 ed il 1982, e considerata la più grande diga in terra battuta d’Europa, che si nota maggiormente la minore disponibilità idrica rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Attualmente sono contenuti 199 milioni di metri cubi di acqua, 90 in meno rispetto al 2016.

Se ci si allontana di pochi chilometri si arriva all’invaso del Pertusillo dove attualmente sono contenuti quasi 106 milioni di metri cubi di acqua, venti in meno rispetto a dodici mesi fa. Costruita tra il 1957 ed il 1962, la diga, con un’altezza di 95 metri, invasa circa 155 milioni di metri cubi di acqua da destinare ad uso irriguo, idroelettrico e potabile, e per la sua capacità di invaso e per le caratteristiche del suo bacino imbrifero, rappresenta un altro dei punti di forza dello schema idrico Jonico-Sinni. Continuando l’elenco delle dighe, si arriva alle porte di Matera, dove è situato il bacino di San Giuliano, che contiene 57 milioni di metri cubi di risorsa idrica. L’impiego delle risorse idriche di questa diga è di tipo irriguo, a servizio di una superficie di oltre 20 mila ettari, di cui oltre 9 mila ubicati nel limitrofo comprensorio del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara. Quanto alla Camastra al momento sono presenti 22 milioni di metri cubi di acqua, 18 nel Basentello, in territorio di Genzano di Lucania. Dati alla mano ben si capisce come si sia passati da una situazione in cui a gennaio si aveva una disponibilità superiore rispetto all’anno precedente, per via delle nevicate, ad una situazione di deficit a causa dell’andamento delle precipitazioni nel trimestre che va febbraio ad aprile, sensibilmente inferiore rispetto allo standard.

A questo punto cosa c’è da aspettarsi per i prossimi mesi? Dall’Autorità Interregionale di bacino della Basilicata, che monitora ogni giorno la situazione, fanno sapere che lo scenario più probabile a cui si andrà incontro prevede, rispetto ad un anno fa, un deficit di disponibilità e per questo una riduzione sui consumi, in particolar modo in agricoltura, ma non traumatica.

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