BARI - Il Bari riparte con Stefano Colantuono in panchina: il tecnico ha sottoscritto con il club pugliese un accordo fino a giugno 2017, aggiungendo una opzione per il rinnovo per il 2018. Sostituisce l’esonerato Roberto Stellone.
Domani dirigerà il primo allenamento di Maniero e compagni. Il suo staff? Si avvarrà della collaborazione dell’allenatore in seconda Roberto Beni, dal preparatore atletico Giambattista Venturati, dal preparatore dei portieri Mariano Coccia e dai collaboratori tecnici Michele Armenise, Giovanni Loseto e Salvo Acella. Colantuono ha visitato oggi il San Nicola e il campo dell’antistadio, nonché le sale riunioni dove lavorerà con staff e giocatori.
È finita dunque l'era Stellone. Stamattina ha svuotato gli armadietti al San Nicola e, poco dopo, gli è arrivata la nota ufficiale dell'esonero. La comunicazione è giunta con una nota del club, deluso dal rendimento della squadra, battuta sabato a Latina (terzo ko esterno di fila). "Al Sig. Stellone e ai suoi collaboratori vanno i più sentiti ringraziamenti per l’attività fin qui svolta con impegno e correttezza" recita la nota ufficiale di Fc Bari.
Colantuono, romano, 54 anni, che già ieri il management biancorosso aveva incontrato in Abruzzo, era, tra gli allenatori disponibili, il tecnico con il curriculum più brillante.
Ex difensore che si è formato dalla gavetta svolta con Velletri, Ternana ed Arezzo, disputa cinque campionati di serie A con le magli di Pisa, Avellino, Como ed Ascoli. Dopo una breve esperienza nel calcio a cinque, con la Bnl Roma, chiude la carriera nelle serie minori con Frosinone, Fermana, Sambenedettese, Maceratese e Sestrese.
Da tecnico, conquista immediatamente una promozione dalla C2 alla C1 con la Sambenedettese, quindi nel 2003-04 passa in B vivendo una stagione positiva a Catania: i tifosi biancorossi non possono dimenticare la vittoria per 2-1 degli etnei al San Nicola che si rivelò decisiva per la condanna dei galletti al fatale play out con il Venezia, sebbene la retrocessione in C1 fu poi evitata dal ripescaggio.
Nell’anno successivo, Colantuono è a Perugia, dove perde la finale play off per la serie A contro il Torino. La promozione in A arriva nel torneo seguente sulla panchina dell’Atalanta, condotta pure ad una brillante salvezza nella massima serie. Anche lui è passato dal ciclone Gaucci al Palermo: ingaggiato, esonerato e poi richiamato, riesce comunque a far rimanere in A i siciliani. Una vicenda analoga vive pure a Torino: prima sollevato dall’incarico, poi riconvocato sulla panchina granata, perde con il Brescia un’altra finale playoff, stavolta contro il Brescia. Inizia, così, un proficuo ciclo all’Atalanta: conduce subito gli orobici in A, poi ottiene tre salvezze, le prime due rispettivamente partendo da -6 e da -2 punti di penalità.
È esonerato dai nerazzurri a marzo 2015, con i bergamaschi comunque a +3 sulla zona retrocessione. Non termina nemmeno lo scorso campionato alla guida dell’Udinese che lo sostituisce con De Canio lo scorso marzo pur con quattro punti di margine sulle pericolanti. Nell’ultimo anno, peraltro, Colantuono ha sofferto il coinvolgimento nella vicenda calcioscommesse sull’ipotesi che fosse a conoscenza delle combine organizzate all’Atalanta da Cristiano Doni, ma lo scorso agosto la Procura Federale ha archiviato la sua posizione. Negli scorsi giorni, ha rescisso il vincolo con l’Udinese e sembrava vicino alla panchina del Cesena che poi ha virato sull’ex Bari Camplone.