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Latte, diventa un obbligo
l’indicazione dell’origine
Coldiretti: ora per il grano

 
Rita Schena

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Rita Schena

latte fresco

Sabato 15 Ottobre 2016, 09:35

ROMA - Storico via libera della Unione europea alla richiesta italiana di indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari, perché sono scaduti senza obiezioni alle ore 24 del 13 ottobre i tre mesi dalla notifica previsti dal regolamento 1169/2011 quale termine per rispondere agli Stati membri che ritengono necessario adottare una nuova normativa in materia di informazioni sugli alimenti. Il provvedimento, fortemente sostenuto dalla Coldiretti, era stato annunciato dal premier Matteo Renzi e dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in occasione della Giornata nazionale del latte Italiano a Milano, organizzata proprio da Coldiretti. Ieri l’annuncio a Cernobbio nel corso del forum internazionale dell’alimentazione della Coldiretti.

Ben 80mila mucche da latte presenti in Puglia possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, formaggi e yogurt – sottolinea la Coldiretti Puglia – che è garantita a livelli di sicurezza e qualità superiore, grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello nazionale e comunitario con 2 Dop (canestrato pugliese e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal ministero (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino).

«E’ un grande successo per tutto il mondo agricolo e per gli allevatori che versano in una grave situazione - dice il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - per colpa del prezzo del latte troppo basso e delle importazioni di latte e prodotti semilavorati dall’estero, utilizzati per fare mozzarelle e formaggi spacciati per Made in Puglia. L’etichettatura obbligatoria diverrà una infallibile cintura di sicurezza per i nostri allevatori che devono poter competere alla pari e per la salute dei nostri consumatori debbono poter scegliere in maniera consapevole quello che acquistano e mangiano. Speriamo faccia da apripista per ottenere che anche l’origine del grano divenga elemento obbligatorio delle etichette di pane e pasta, così come preannunciato dal premier Renzi alla nostra assemblea a Firenze».

L’Italia è diventata il più grande importatore di latte al mondo, con il risultato che oggi tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché finora non è stato obbligatorio riportarlo in etichetta. In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, venduti come prodotti lattiero-caseari Made in Puglia.
Dalle frontiere italiane passano – sottolinea la Coldiretti - ogni giorno 24 milioni di litri di «latte equivalente» tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori.

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