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«Ma chi era Shakespeare?» Nuove ipotesi da scrittore brindisino

«Ma chi era Shakespeare?» Nuove ipotesi da scrittore brindisino

 
«Ma chi era Shakespeare?» Nuove ipotesi da scrittore brindisino

Domenica 27 Ottobre 2013, 10:07

03 Febbraio 2016, 03:49

TORRE SANTA SUSANNA - Chi era veramente Shakespeare? Appare oramai certo che l’attore di Stratford on Avon, il cui nome in realtà era Will Shagspe, non è l’autore dei drammi che gli sono stati attribuiti. Riguardo alla paternità delle opere, la critica letteraria negli ultimi anni ha messo in luce la figura di Michelangelo Florio, ex francescano perseguitato dall’Inquisizione, e quella del figlio Giovanni o John, costretti entrambi ad emigrare in Inghilterra. Qui, in incognito, il padre avrebbe scritto le opere teatrali in lingua toscana, tradotte dal figlio in perfetto inglese. Una tesi, questa, sostenuta da Vito Costantini nel suo romanzo-indagine Shakespeare è italiano (Youcanprint, 2013, pp. 264).

Lo studioso brindisino sostiene che la soluzione del mistero riguardante Shakespeare sia stata sempre sotto gli occhi di tutti. Il dramma ‘La Te m p e s t a ’, infatti, secondo Costantini è u n’opera autobiografica in forma allegorica e narra le vicissitudini dei Florio. Lo scrittore non solo la interpreta passo dopo passo, ma è riuscito a decifrare lo stesso nome Shake-speare (inizialmente i drammi erano firmate proprio col trattino). Si tratta, secondo Costantini, di uno pseudonimo ‘g emellare’ scelto dai Florio per simboleggiare Michelangelo-John, padre e figlio, un nome d’arte suggerito ai due dal mito della nascita di Atena, che sappiamo venuta fuori dalla testa di Zeus già adulta brandendo una lancia. Il significato sarebbe il seguente: Michelangelo (Shake) scrive drammi che vengono tradotte da John (Speare), quest’ultimo venuto fuori dalla testa del genitore (nel senso che la cultura del genitore fu trasmessa al figlio) impugnando una lancia (penna). Perché rifarsi ad Atena? Il nome Atena nella lingua greca ha la stessa radice di fiore (e il nome Florio deriva da fiore, tant’è che nell’unico ritratto che conosciamo di John e nel proprio stemma compare il girasole). Successivamente, l’attore Will di Stratford s’impossessò del nome e delle opere dei due Italiani approfittando di una situazione a lui favorevole. Inoltre, Costantini svela il mistero dei sonetti e dei 20 enigmatici puntini che compaiono nella dedica scritta all’epoca dall’editore Thomas Thorpe, rivelatori, a suo dire, di un amore omosessuale, quello tra Michelangelo Florio, insegnante trentaquattrenne, e il suo allievo sedicenne Henry Herbert Pembroke. Un libro che ha messo in allarme il mondo accademico inglese. Costantini, dunque, continua a stupire con i suoi libri, che non passano mai inosservati.
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