TARANTO - La cancelleria della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha notificato agli avvocati Maurizio Rizzo Striano e Ascanio Amenduni, legali degli 11 cittadini aderenti all’associazione Genitori Tarantini che hanno presentato un’azione inibitoria collettiva contro l’ex Ilva, la decisione di trattare oralmente la causa nell’udienza fissata per il 7 novembre prossimo.
Il procedimento trae origine dal rinvio pregiudiziale da parte del Tribunale di Milano al quale i ricorrenti si erano rivolti chiedendo la chiusura ovvero il fermo degli impianti dell’area a caldo dell’acciaieria tarantina.
La Corte è chiamata a rispondere alle domande sollevate dai giudici di Milano concernenti la legittimità di alcune norme della legislazione speciale cosiddetta «salva Ilva».
Precisamente, spiega l’associazione Genitori Tarantini, «se siano legittime le plurime proroghe concesse per l’adeguamento degli impianti secondo le prescrizioni dettate nel lontano 2012 dall’Aia (autorizzazione integrata ambientale); se sia legittimo rilasciare l’autorizzazione senza il previo svolgimento della procedura di valutazione del danno sanitario; se sia legittimo che non si tengano in conto tutte le sostanze tossiche emesse dagli impianti, bensì solo alcune di esse».
Se, aggiunge l’associazione, «la Corte riterrà sussistere la violazione del diritto comunitario, il Tribunale di Milano avrà tutti gli elementi per pronunciarsi sulla chiusura o sul fermo degli impianti. La decisione di tenere una udienza di discussione orale della causa, in accoglimento dell’istanza avanzata dai nostri avvocati, denota l’attenzione che la Corte di Lussemburgo ha attribuito al caso»..