BARI - È arrivata nel porto di Bari la nave umanitaria Humanity 1 con a bordo 261 migranti, alcuni con segni di tortura. A bordo ci sono anche persone che hanno subito abusi sessuali, e con ustioni dovute alla miscela di benzina e acqua salata. Altri hanno disturbi da stress post traumatico.
I particolari che emergono descrivono l'orrore vissuto dai migranti. Una delle tre donne incinte che si trovano a bordo della nave Humanity1 sarebbe stata violentata per sette volte. Un’altra donna ha subito l'amputazione di un pezzo di orecchio, mentre un’altra ha segni di violenze sul seno. A comunicarlo fonti della Asl Bari che hanno parlato con l’equipaggio.
La macchina dell’accoglienza, coordinata dalla Prefettura di Bari, sta procedendo con le operazioni di sbarco, assistenza sanitaria e identificazione in stretta collaborazione con questura, guardia di finanza, carabinieri e polizia locale, con 118, Asl, Usmaf, Croce rossa e Caritas.
A bordo ci sono 261 migranti, prevalentemente da Camerun, Costa d’Avorio, Siria ed Egitto. Di questi, 140 sono uomini, 28 donne adulte, 13 delle quale viaggiano sole e 3 sono incinta, 93 minorenni, di cui 67 non accompagnati, 23 bambini sotto i 14 anni e 3 neonati. Molte persone ferite in Libia sono state già medicate dallo staff di Sos Humanity.
«Stiamo accogliendo nello stile della nostra comunità cittadina che è sempre stata accogliente - dice il parroco don Franco Lanzolla, arrivato al porto di Bari - viviamo come città la cultura dell’accoglienza di una umanità che si apre alle lacrime, alle sofferenze, ai sogni dei giovani di altri popoli. Siamo la carità nel porto, disponibili a dare un sostegno. Siamo qui con le braccia aperte».
Sui tanti minori non accompagnati a bordo, don Franco ha detto: «I bambini hanno bisogno di una famiglia e noi vorremmo essere popolo che si fa famiglia per chi non ce l’ha, una comunità che sa accogliere, sostenere e integrare, questa è la nostra cultura dell’accoglienza, che non è dare qualcosa ma è dare rispetto, stima e creare relazione che promuovano l’altro nella sua dignità». «Noi - ha concluso - vogliamo essere un popolo che vive l'attenzione verso il mare. A Bari abbiamo sempre accolto dall’oriente i profughi della guerra ed economici. La nostra città e la Puglia sono sempre stati tesi e protesi verso l'oriente nel dono e nell’accoglienza».
Al porto, fra i migranti, anche il vescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano. «La situazione è di grande sofferenza e povertà - ha detto - però a questa situazione di dolore si contrappone una accoglienza e una organizzazione tra le varie realtà e istituzioni che è meravigliosa». «Dobbiamo essere orgogliosi e fieri - ha continuato - perché ancora una volta la città di Bari dà prova di grande capacità di apertura e di grande cordialità ma anche di tanta professionalità perché le varie realtà presenti, protezione civile, croce rossa, Caritas e tutte le istituzioni sono qui a vivere questo momento molto difficile e molto delicato, perché ha a che fare con la vita e con la storia di tante persone che non conosciamo ma che vengono da situazioni di grande fatica e sofferenza».
L’equipaggio della nave Humanity1, poco dopo l'approdo in porto, ha lanciato un tweet:«Dopo quasi 40 ore di navigazione alla massima velocità e con condizioni meteo avverse - si legge - vento molto forte e onde alte tre metri, siamo arrivati a Bari. La traversata è stata estenuante».
Lukas, il portavoce dell’equipaggio della nave Humanity1 ha poi aggiunto, una volta sbarcato: «Vogliamo ricordare alle autorità che assegnare dei porti sicuri per salvarsi non è un’azione gentile nei nostri confronti, ma un dovere delle autorità e un diritto delle persone perché secondo la legge le operazioni di salvataggio terminano solo quando tutti i passeggeri possono essere sbarcati in un porto sicuro».
Lo sbarco è iniziato: i primi sono i migranti che necessitano di cure immediate. Poi si procede coi minori non accompagnati, i nuclei famigliari con bambini e dopo tutti gli altri presenti a bordo. Vengono sottoposti a tamponi covid e poi agli altri accertamenti sanitari al di sotto di gazebo allestiti sul molo 14, dove ha attraccato la nave. All’interno del terminal crocieresi svolge il fotosegnalamento per l’identificazione. Quindi a bordo di bus i migranti lasceranno il porto e saranno distribuiti in diversi centri di accoglienza d’Italia. In Puglia resteranno solo i minori non accompagnati e pochi altri migranti.
Il racconto che emerge dopo lo sbarco è drammatico. «Molti di loro dormono con gli occhi aperti perché hanno imparato che per sopravvivere devono dormire così - racconta Bianca, la psicologa a bordo della nave Humanity1 che sette giorni giorni fa ha soccorso i migranti al largo delle coste libiche - Anche i bambini lo fanno, molti sono arrivati senza i genitori e accompagnati da persone che hanno cercato di salvarli perché i genitori sono morti durante la traversata. I bambini hanno raccontato tutto questo. Di solito un bambino dovrebbe saper giocare, stare con gli altri, invece i bambini su questa nave sanno difendersi dagli altri perché gli hanno insegnato questo in questi anni».
La psicologa ha ribadito che «gli ospiti a bordo avevano subito differenti torture e abusi sessuali. Gli abusi sessuali sono stati perpetrati anche nei confronti degli uomini, sia mediante abusi di branco sia mediante strumentazioni tra cui armi da fuoco, soltanto per la volontà di degradare il concetto di umanità, di togliere la dignità di essere umano. Dal punto di vista psicologico molte persone presentavano sintomi e caratteristiche tipiche di disturbi da stress post traumatico, difficoltà nel dormire, nel mangiare, nell’interagire con le altre persone, perché temevano che qualcuno potesse fare loro del male, perché per mesi hanno subito costantemente queste violenze, giorno e notte».
Alla notizia che sarebbero sbarcati, «erano contentissimi e ci hanno ringraziato. Erano felici di sapere che al mondo esistono persone che si possono prendere cura di loro» dice invece Maria, una delle infermiere a bordo della Humanity1. «Le condizioni mediche delle persone a bordo sono terribili - ha aggiunto - non so come descriverle. Sono tutte persone passate dalla Libia, tutte con segni di tortura. Segni di coltello ovunque, segni di bruciature di sigarette, costole rotte dalle continue percosse. Segni di abusi sessuali. Avevamo anche tre donne incinta di cui un ha avuto problemi e abbiamo dovuto sottoporla ad antibiotico. Abbiamo avuto anche casi di malnutrizione e disidratazione perché nelle carceri in Libia queste persone sono trattate in modo disumano, lasciate giorni e giorni senza acqua e cibo. Molte persone abbiamo dovuto idratarle per via endovenosa. Per non parlare di tutto lo stress psicologico e traumatico».
Per Bianca, psicologa di bordo, «vedere un bambino che ringrazia per una bottiglia di acqua penso sia la cosa più bella e allo stesso tempo orribile del mondo, perché un bambino che ringrazia di cuore perché gli è stata fornita dell’acqua perché aveva sete, penso sia socialmente inadeguato».
Al momento le persone che hanno richiesto «una ospedalizzazione sono otto tra cui un epilettico, due persone con emicrania, e le tre donne incinte».
«Con le equipe dell’assessorato al Welfare e del Pronto intervento sociale dalle prime ore del mattino stiamo seguendo le operazioni di sostegno e accoglienza dei migranti in fase di sbarco. Sapevamo della presenza di bambini e anche neonati, per questo abbiamo predisposto dei kit per l’infanzia, omogenizzati o latte, insomma beni di supporto a quanto già previsto dal servizio predisposto dalla prefettura». Lo comunica l’assessora al Welfare del Comune di Bari, Francesca Bottalico, in relazione all’assistenza ai 261 migranti giunti a Bari questa mattina a bordo della nave 'Humanity1'. «Diversi i minori non accompagnati under 14 accolti - aggiunge - che abbiamo proceduto ad accogliere nelle comunità convenzionate con l'assessorato e in accordo con la prefettura, e con il supporto di Unhcr e Pis. Mentre i più grandi sono stati accompagnati nelle strutture individuate dalla prefettura. Alcuni minori sono stati accompagnati al pronto soccorso per controlli, tra cui due ragazzine ricoverate che seguiremo nei prossimi giorni con le nostre assistenti sociali». «Abiti, scarpe, coperte - prosegue Bottalico - sono state distribuite in rete con la Caritas, la Casa dei Bambini e delle Bambine che ieri hanno avviato la raccolta di indumenti e provveduto all’acquisto di abiti e scarpe. Nei prossimi giorni l’ufficio comunale Migrazioni sarà attivato per rispondere ai bisogni sociali, materiali, psicologici e di tutela dei migranti arrivati».
IL BOLLETTINO DEL POLICLINICO DI BARI
Si sono da poco concluse le operazioni di assistenza sanitaria dei migranti arrivati a Bari a bordo della nave 'Humanity1'. Al Policlinico di Bari - comunica l’azienda sanitaria - sono stati ricoverati «quattro adulti mentre all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII sono state ricoverate due sorelle non accompagnate di 11 e 15 anni fortemente disidratate e anemiche, poi un ragazzo di 15 anni con la scabbia, un bambino di due anni con una bronchite severa, un altro della stessa età con alcune ferite e altre problematiche. Questi ultimi due sono stati ricoverati con le mamme».
«Voglio ringraziare la direzione sanitaria e tutti gli operatori che si sono impegnati senza sosta in queste due giornate di assistenza umanitaria», spiega il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore: «C'è stato un grande lavoro di coordinamento della centrale operativa del 118, della direzione che ha predisposto il Piano di emergenza e dei medici e operatori del pronto soccorso che hanno predisposto tutto per fronteggiare al meglio l’emergenza».
«In particolare - conclude - un ringraziamento va ai medici, infermieri e operatori dell’ospedale pediatrico che da questa mattina prima in banchina e poi al pronto soccorso hanno dimostrato non solo grande professionalità, nel risolvere in alcune ore le visite dei tanti minori a bordo della nave, ma anche grande umanità garantendo calore e accoglienza ai piccoli profughi arrivati a Bari».