La storia
Bari, «Il commissario non ha i requisiti», a Medicina Interna concorso da rifare
Ad accorgersi della irregolarità è stato un docente non risultato vincitore, dopo un accesso agli atti che gli ha permesso di verificare che uno dei componenti della commissione «alla data della nomina non possedeva i requisiti che le avrebbero consentito di svolgere le funzioni di commissario del concorso in esame»
A più di un anno dalla conclusione di un concorso per professore di prima fascia di Medicina Interna, con entrata in servizio del vincitore ormai mesi fa, l’Università di Bari dovrà annullare gli atti della procedura, perché è emerso che uno dei componenti della commissione esaminatrice non aveva i requisiti necessari per farne parte.
Il concorso è quello bandito nel dicembre 2020 per il dipartimento Uniba di scienze biomediche e oncologia umana. La commissione fu nominata a gennaio dell’anno successivo e a fine marzo 2021, veniva «dichiarato il candidato più qualificato», che poco dopo prendeva possesso del suo nuovo ufficio. Ad accorgersi della irregolarità è stato poi un docente non risultato vincitore, dopo un accesso agli atti che gli ha permesso di verificare che uno dei componenti della commissione «alla data della nomina non possedeva i requisiti che le avrebbero consentito di svolgere le funzioni di commissario del concorso in esame», in particolare numero di lavori e pubblicazioni scientifiche.
Così ha intrapreso due strade parallele: un ricorso al Tar Puglia per l’annullamento dell’esito della procedura e una segnalazione alla stessa Università chiedendo di verificare lei stessa le autocertificazioni sul possesso dei requisiti.
Il ricorso al Tribunale amministrativo è ancora pendente (l’udienza è fissata a ottobre), mentre la richiesta di verifica all’Ateneo, trasmessa a maggio scorso, ha già avuto risposta dopo qualche settimana. Il rettore Stefano Bronzini e il direttore generale Gaetano Prudente hanno comunicato a metà giugno che «questa amministrazione provvederà ai consequenziali adempimenti» all’esito degli accertamenti svolti dall’avvocatura e dal responsabile del procedimento. Nella relazione allegata alla nota del rettore, infatti, è evidenziato che «all’esito di tale controllo è emerso il mancato possesso di due dei tre valori-soglia richiesti dalla vigente normativa per il settore concorsuale di riferimento» con conseguente «necessità di provvedere all’annullamento in via di autotutela degli atti della procedura, in considerazione del vizio di forma attinente al mancato possesso del requisito di elevata qualificazione da parte» di uno dei componenti della commissione.
La segnalazione all’Università è datata 12 maggio, la relazione della direzione risorse umane, sezione procedure concorsuali, dell’Ateneo è del 7 giugno e solo tre giorni dopo, il 10 giugno, il rettore ha comunicato che avrebbe proceduto «ai consequenziali adempimenti», cioè all’annullamento del concorso. Del resto, nella istanza che chiedeva di verificare la regolarità della procedura, lo studio legale che assiste il docente escluso ricordava «che le finalità e lo spirito del regolamento dell’Università di Bari (contrasto di abusi, prevenzione e repressione della illegalità), nonché delle fonti di rango superiore in esso espressamente richiamate (trasparenza, buon andamento e imparzialità dell’attività amministrativa), impongono che la verifica avvenga in tempi rapidi e senza ritardo», per «ragioni di giustizia» e di «tutela della fede pubblica».
E così è stato o almeno questo si attende. Accertata la irregolarità, infatti, l’Università non ha altra scelta che azzerare la selezione, come prevede anche il regolamento di Ateneo. Tutto da rifare quindi, commissione e nuovo concorso.