BARI - I bandi per l’assunzione a tempo indeterminato di 88 persone all’Agenzia per il lavoro della Puglia escludono dalla partecipazione le persone prive della vista, nonostante la legge garantisca parità di accesso agli impieghi pubblici alle persone con disabilità. Ed è per questo che l’Unione italiana ciechi si prepara a impugnare i bandi, chiedendone l’annullamento.
Una nuova questione che riguarda l’Arpal, già al centro di polemiche in Regione per la «parentopoli» delle assunzioni interinali e dei formatori: negli elenchi del personale (oggi scadono i contratti di somministrazione) ci sono numerosi esponenti del partito politico fondato dal direttore generale dell’Agenzia, Massimo Cassano, o loro parenti.
Stavolta la vicenda è addirittura più delicata, perché l’agenzia per il lavoro sembrerebbe aver ignorato i diritti dei disabili. Nel mirino è finita una clausola riportata in tutti i bandi per l’assunzione (con vari inquadramenti) di personale delle categorie B, C e D, secondo cui per partecipare alle selezioni è obbligatorio «non essere privo della vista in considerazione del profilo professionale che prevede l’utilizzo di videoterminali».
Il termine per la presentazione delle candidature è scaduto il 7 aprile. «Il bando - secondo il presidente dell’Uic Puglia, Paolo Lacorte - richiama una vecchia legge del 1991, superata sia da leggi successive come la 68/99 sul collocamento delle persone con disabilità sia, soprattutto, dai fatti: come noto i “videoterminali” non esistono più, sostituiti dai computer che sono tutti dotati di strumenti di ausilio ai videolesi, grazie ai quali è possibile svolgere prestazioni lavorative compatibili con quelle messe a concorso dall’agenzia». Per questo nei giorni scorsi l’Uic ha inviato una diffida, ma all’incontro in programma giovedì il direttore generale Cassano non ha partecipato. «Abbiamo incontrato due funzionari - dice Lacorte - che non erano a conoscenza della questione e non ci hanno dato alcuna risposta. Penso sia grave che il direttore generale dell’Arpal non ci abbia nemmeno voluto incontrare. La questione è seria, chiediamo che si rettifichino immediatamente i bandi che sono discriminatori nei nostri confronti, altrimenti intraprenderemo ogni iniziativa a tutela delle persone con disabilità visiva».
Nelle scorse settimane la Parentopoli delle assunzioni interinali ha fatto sì che alcuni esponenti di maggioranza in Regione (Tutolo, Amati, Mennea, Mazzarano) abbiano presentato una proposta di legge per la decadenza di Cassano dall’incarico di direttore generale. Il governatore Michele Emiliano ha minimizzato parlando di «ricorrenze» (coincidenze), ma ha aperto alla possibilità che l’agenzia per il lavoro venga affidata a un consiglio di amministrazione.
Oltre alle assunzioni «politiche», è emerso che anche gli incarichi legali dell’Agenzia sono stati affidati a persone aderenti al partito di Cassano. La «Gazzetta» ha già raccontato il caso di Giuseppe Bufo, consigliere di Barletta passato con Cassano (con cui ora è ricandidato), il cui voto è stato poi determinante per far cadere il sindaco Cannito: la figlia di Bufo figura tra gli assunti dell’Arpal con contratto interinale. Ma dall’esame degli elenchi dei consulenti emergono altre coincidenze. Come ad esempio gli incarichi legali (sette tra 2021 e 2022) a Giovanna Gonnella, figlia di Pino, ex capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale a Bari, storico supporter di Cassano. O i sei incarichi a Mariangela Malcangio di Canosa, oggi con Forza Italia, candidata non eletta al Comune, anche lei molto vicina a un alleato politico del direttore generale dell’Arpal. Ma le coincidenze riguardano anche le commissioni giudicatrici dei concorsi: anche qui si ritrovano ex consiglieri e congiunti di candidati nelle file del partito di Cassano.
«Chiediamo all’assessore alle Politiche sociali, Rosa Barone, di intervenire sull'esclusione dei non vedenti dal concorso Arpal che prevede l’assunzione di 88 unità»: la richiesta arriva dal gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale pugliese. «Una discriminazione - proseguono i consiglieri di Fdi - di fatto ed a nostro dire, che ci lascia sconcertati perché, anche in questa occasione, la sinistra si dimostra lontana dalle categorie più deboli a differenza di quanto proclama nei dibattiti o comizi pubblici. Intanto si fa notare che l’idoneità alla mansione va valutata all’atto dell’assunzione e dell’avvio al lavoro con la visita pre-assuntiva da parte del medico competente il quale avrà il compito di valutare se la disabilità del non vedente può essere superata con ausili tecnologici perché nella disabilità è imperativo mettere on atto ogni azione per il recupero sociale e lavorativo della persona nel rispetto della sua dignità. Per questo riteniamo si debba intervenire».