Naturalizzata italiana, non ha mai «cancellato» né dimenticato le sue origini. Anna Safroncik, nata a Kiev quando l’Ucraina non si era ancora dichiarata uno «stato indipendente e democratico», in questi giorni è nel Salento per le riprese del cortometraggio «L’estate di Virna» del regista Alessandro Zizzo, di cui è protagonista con Adelmo Togliani.
Un amore contrastato, quello raccontato nel film breve, che da «estate» si trasforma in «autunno»: un po’ come l’atmosfera che in questi giorni si vive nel suo Paese di origine.
Per lei - protagonista di film e fiction di successo - un gradito ritorno in Puglia, dopo aver girato da ragazzina «Welcome Albania», tra Bari e Brindisi.
«La Puglia è una terra che amo da sempre - dice, sfoderando il suo incantevole sorriso -. Qui mi piace tutto: il sole, la cucina, il mare la gente. Per girare questo film, abbiamo trascorso giorni meravigliosi...».
Ma il pensiero, in questi stessi giorni, torna pure alla «sua» Ucraina...
«Non potrebbe essere altrimenti. Seguo in televisione quello che sta avvenendo e la situazione è davvero molto difficile per i miei connazionali e non solo. Si stanno vivendo momenti di grande tensione e incertezza. Quella Ucraina è una questione che coinvolge, direttamente o indirettamente non solo il nostro popolo, ma tutto il mondo».
Ha mai avuto in passato la sensazione che potesse accadere qualcosa di molto grave o addirittura irreparabile, magari con le notizie di prima mano che le arrivavano da parenti e conoscenti?
«La verità è che la guerra in Ucraina non è mai finita. Continua incessante da tanti anni, anche se i telegiornali avevano smesso di parlarne. Io, da ex bambina dell’Unione sovietica , sono molto triste che popoli fratelli come la Russia e l’Ucraina siano in guerra. È assurdo che ciò avvenga. Ora, poi, la situazione si è decisamente fatta più complicata».
Lei, dall’età di dodici anni, vive stabilmente Italia, ma i suoi connazionali come stanno vivendo questi terribili giorni?
«La nostra gente ne soffre. ha paura. E la maggior parte delle persone si sente tutt’oggi come me, tradita, incredula che ancora ci si debba combattere».
Suo padre, il tenore Jevhenij Safroncik, vive sempre lì, a Kiev, dove insegna canto all’Università. Vi ritroverete in Italia o in Ucraina?
«Io per ora non vado e lui potrà raggiungere l’Italia quando vuole. Ma per ora non intende lasciare i suoi allievi. Ovviamente, sono molto preoccupata che la situazione precipiti da un momento all’altro anche per questo».
Potesse lanciare un appello ai potenti del mondo, quelli che in questo momento hanno in mano le sorti dell’Ucraina, cosa potrebbe dire loro?
«Preghiamo tutti affinché i vertici delle potenze interessate possano trovare un accordo burocratico: questo vuole la gente dell’Ucraina, perché le persone vere vogliono solo la pace».