La Gazzetta del Mezzogiorno è un pilastro della nostra comunità ed è un presidio di informazione storico e indispensabile. Nessuno di noi era pronto a farne a meno.
Allo stesso tempo stiamo vivendo la più grossa crisi sanitaria da un secolo a questa parte e dobbiamo gestire ogni giorno le difficoltà personali, economiche, logistiche che la pandemia sta comportando e continuerà a comportare nei prossimi mesi.
Proprio per questo la scelta di contribuire al salvataggio della «Gazzetta» è stata naturale anche se complicata. Non è semplice investire nell'editoria in questo periodo storico, caratterizzato da profondi mutamenti tecnologici e di mercato. Ma queste difficoltà sono anche alla base delle ragioni per cui abbiamo deciso con gioia di fare la nostra parte. Siamo imprenditori di una regione vitale, capace di farsi apprezzare in Italia e nel mondo. Dobbiamo tantissimo a questo territorio e questo, proprio questo, è il momento giusto, utile, doveroso per ricambiare.
Abbiamo preso questa decisione prima di tutto per difendere la dignità dei giornalisti, dei collaboratori e dei poligrafici, che in questi anni hanno lavorato in condizioni di precarietà e incertezza. E nonostante ciò non hanno mai fatto mancare il loro contributo alla discussione pubblica e al pluralismo. È grazie a loro che la testata potrà continuare a fare del bene a tutti: cittadini, istituzioni, tessuto economico e sociale del Mezzogiorno.
Viviamo questo momento con profonda emozione e orgoglio. Cercheremo di dare il massimo e di mettere a disposizione ciò che abbiamo imparato in questi anni di lavoro, e al contempo ascolteremo tutti coloro i quali avranno voglia di darci consigli su come affrontare al meglio questa straordinaria esperienza.
Non siamo qui per la gloria: siamo qui per dare una mano. Se saremo riusciti a farlo sarà, di per sé, la più grande soddisfazione della nostra vita professionale. Per questo aspettiamo di leggere come andrà, noi abbiamo solo tolto il punto!
LA NOTA DEL COMITATO DI REDAZIONE - Cari Lettori, la giornata di ieri ha rappresentato un punto di svolta per la storia recente della «Gazzetta». Dopo 26 mesi di gestioni giudiziarie e commissariali, il giornale è nelle mani degli imprenditori baresi Sebastiano e Vito Ladisa che fin dai primi contatti con le rappresentanze sindacali hanno dichiarato il massimo impegno per il salvataggio e il rilancio. A editare la «Gazzetta» nel giro di qualche giorno sarà la Ledi srl, società della famiglia Ladisa che ha creato un solido gruppo industriale nazionale nei settori ristorazione collettiva, logistica, distribuzione, global service, finanza.
La Ledi srl si è aggiudicata la gara per il fitto di ramo d'azienda bandita dalla curatela della Edisud Spa, la società editrice fallita il 15 giugno scorso insieme alla Mediterranea Spa, società proprietaria della testata. Il nuovo editore sarà responsabile della gestione fino al 31 luglio del 2021. Nel frattempo azienda e lavoratori si confronteranno su piano editoriale e piano industriale per gettare da subito le basi di un consolidamento e rilancio.
L'auspicio dei giornalisti della «Gazzetta» è che quello di ieri sia il primo passo per la semplificazione di una vicenda contorta e piena di incognite che a tutt’oggi rischiano di pesare ancora sul futuro anche a prescindere dalla determinazione di un imprenditore e di una redazione pronta, insieme ai lavoratori poligrafici, al massimo sforzo possibile per guardare al futuro con obiettivi ambiziosi. Di certo è motivo di soddisfazione il ritorno di un editore pugliese che sarà certamente più presente rispetto alla ventennale proprietà siciliana della famiglia Ciancio Sanfilippo, esperienza terminata con un disimpegno e un successivo inevitabile fallimento gravato da decine di milioni di debiti.
È necessario che presto si riesca a mettere un punto fermo anche sulle altre vicende strategiche per il destino del giornale che da 133 anni è il cuore dell'informazione in Puglia e in Basilicata. Toccherà alla Mediterranea, anch’essa affidata a una curatela fallimentare, porre in vendita la testata «La Gazzetta Del Mezzogiorno». E un ruolo lo gioca anche la Soprintendenza per i Beni Archivistici della Puglia che ha decretato un vincolo a tutela della testata e dell'archivio storico.
Su entrambi gli attori, Mediterranea e Soprintendenza, pesano due pronunciamenti. Il 29 settembre scorso in Corte d'Appello si è discusso il reclamo dell'ex amministratore della Mediterranea, Franco Capparelli (indagato per bancarotta fraudolenta dalla Procura di Bari), avverso la sentenza di fallimento: il ritorno in bonis della società la rimetterebbe sotto il controllo della Edisud. E tre giorni fa la stessa Mediterranea ha presentato ricorso al Tar avverso il decreto di vincolo della Soprintendenza.
In questo non semplice quadro complessivo si muove il Gruppo Ladisa che ieri pomeriggio ha incontrato la curatela fallimentare di Edisud perché, nelle more del passaggio di consegna alla Ledi srl, La Gazzetta Del Mezzogiorno non manchi neppure un giorno in edicola e al servizio dei Lettori.