Il delitto
Lecce, arbitro e fidanzata uccisi: su Eleonora almeno 30 coltellate
Il killer ha colpito con furia cieca e si è accanito sulla donna; 15 fendenti per Daniele De Santis
Il killer di via Montello ha agito con una furia cieca. Avrebbe inferto una trentina di coltellate sul corpo di Eleonora Manta, una quindicina su quello del fidanzato della ragazza, l’arbitro di calcio di serie Pro Daniele De Santis. E per dimostrare la sua determinazione a far fuori la coppia, ha usato un coltello di grosse dimensioni, dello stesso tipo di quelli usati dai macellai. L’autopsia sui corpi dei due fidanzati di Lecce, uccisi lunedì sera nel palazzo in cui vivevano, conferma la furia cieca del sicario che ha raggiunto l’appartamento di Daniele ed 'Elly' solo per uccidere. Inoltre sapeva che in quella casa i due fidanzati, 33 anni lui, 30 lei, avevano deciso di convivere.
Un corteggiatore respinto dalla ragazza? Un ragazzo deluso dalle avance andate a vuoto e che aveva capito che la convivenza avrebbe fatto calare definitivamente il sipario sui suoi progetti amorosi? E’ per questo che ha ucciso prima la donna accanendosi sul suo corpo con così tante coltellate e poi il suo uomo? Sono gli interrogativi a cui gli inquirenti stanno cercando di rispondere.
Per questo stanno esaminando anche i telefoni e i computer delle vittime che La Procura di Lecce ha sequestrato e affidato ad un consulente, Silverio Greco, che dovrà estrapolarli. Questo lavoro tecnico dovrà poi essere incrociato con i tabulati telefonici delle due vittime e sul traffico dei dati.
Quel che sembra certo è che le vittime conoscevano il loro assassino (Eleonora sicuramente) che per uccidere ha indossato una felpa nera con cappuccio calato sul capo, guanti neri e ha portato con sé un coltellaccio che nascondeva in uno zainetto giallo che aveva sulle spalle. Aveva studiato tutto, ma forse nella fuga ha perso dei bigliettini, poi sequestrati dagli inquirenti nel cortile esterno del condominio.
E poi il nome urlato da Eleonora prima di essere accoltellata a morte: "Andrea, no, Andrea"!. Implorava il sicario, o chiedeva aiuto al suo vicino di casa che si chiama Andrea? Anche su questo si concentrano le indagini della Procura di Lecce, coordinate dal procuratore Leonardo Leone De Castris, che a breve darà il nulla osta per i funerali della coppia.
Il luogo potrebbe essere la piazza di Seclì (Lecce), il piccolo comune salentino di cui era originaria Eleonora e dove risiede la madre straziata dal dolore per la morte dell’unica figlia che da quattro anni era legata a Daniele.
I due erano felici: viaggiavano, avevano una buona vita sociale e non avevano mai avuto alcun problema. Pur non escludendo alcuna pista, gli inquirenti non sembrano infatti propendere per il movente della lite condominiale che nelle prime ore era stata avanzata perché Daniele era iscritto nell’Albo degli amministratori di condominio. Erano due ragazzi dolci.
Lui arbitro di calcio in carriera, lei neo funzionario dell’Inps a Brindisi. Basti pensare che dall’esame del cellulare di Daniele è emersa una foto che il giovane arbitro aveva inviato con WhatsApp ai genitori poco prima di essere ucciso: è l'immagine di un quadro che aveva preso dalla casa dei suoi e portato nel suo nuovo appartamento. Daniele era felice e mostrava con orgoglio quel quadro che arredava il suo nido d’amore che subito dopo è diventato il teatro di un atroce massacro.