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Toninelli sposa il progetto Laricchia: «Una guerriera contro il malgoverno»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Toninelli sposa il progetto Laricchia

L’ex ministro: «L’intesa con i dem? Non ci svendiamo per poltrone»

Sabato 12 Settembre 2020, 14:13

«Sono in Puglia per la grande mobilitazione del Movimento per il referendum tagli parlamentari e per sostenere il candidato governatore Antonella Laricchia, una donna con le mani libere e una grande esperienza da offrire ai cittadini pugliesi»: l’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli è oggi in tour nella regione dove i grillini hanno promosso banchetti informativi in oltre trenta piazze.

La posizione del M5S sulle regionali per Toninelli è questa: «La Puglia non è stata migliorata o elevata da Emiliano: è stato incapace di impiegare i fondi pubblici e quelli europei. Lo dicono i dati. Il governatore del centrosinistra fa operazioni politiche con ex Fi o ex Fdi per prendere gruzzoletti di voti, ma ha fallito sul piano della crescita del territorio. Questa consiliatura conferma - spiega il parlamentare pentastellato - come per infrastrutture, turismo e agricoltura sia stata certificata una cattiva gestione. La Regione ha un sacco di competenze con tanti soldi pubblici: se non cresci, non sei stato in grado». Poi un elogio della Laricchia: «La conosco dai primissimi tempi del M5S. È una guerriera, è onesta e ha un squadra alle spalle. Sa di quello che parla e di quello che la Puglia ha bisogno. È una persona credibile. Serve che chi ha dubbi vada a votare. Chi ha pacchetti di voti, li porta nei seggi, bisogna farlo anche con cittadini che vogliono il cambiamento. La Laricchia è forte e autorevole e competente».

In Puglia, però, anche il premier Conte era apparso favorevole ad un accordo con il centrosinistra: «Conte - replica Toninelli - fa un discorso politicamente accettabile. Ma se il Pd voleva vincere, doveva appoggiare la Laricchia e noi avremmo fatto altri ragionamenti in altri contesti. Si è impuntato Emiliano, nonostante i risultati negativi. Non c’è stato alcun tipo di dialogo. Non si può pretendere che il M5S appoggi un presidente che ha amministrato male, quando noi con la Laricchia abbiamo fatto una durissima opposizione al malgoverno. Non ci svendiamo per una poltrona».

L’ex ministro è in prima linea nella battaglia referendaria e prova a demolire le ragioni del no: «Questa riforma è una battaglia simbolica del M5S. Non inizia oggi, ma vuole confermare il sì all’unanimità votato dal parlamento nell’ottobre 2019». Cresce però il fronte degli scettici: «Fanno campagna contro il M5S. Tutti ci hanno provato a revisionare il numero di parlamentari, e tutti hanno votato la riforma. Tecnicamente è un taglio coerente che consente di avere un numero giusto di parlamentari. Già adesso c’è un 30% di eletti che non partecipa a sedute, aula e commissioni. Sono proprietari cliniche private, immobiliaristi, grandi imprenditori: ci sono solo per le loro imprese». Il riscontro delle piazze però è molto incoraggiate per Toninelli: «La gente è intenzionata a votare per il cambiamento, La conferma è data da un fatto oggettivo. Il Partito radicale ha cercato di raccogliere le firme per il No: ne ha raccolte 669, ne servivano 500mila. Senza i sette parlamentari incoerenti della Lega, che hanno sottoscritto la richiesta di referendum partita dagli eletti nelle Camere, questo appuntamento non ci sarebbe, perché gli italiani sono con noi per questa riforma», conclude l’ex ministro. 

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