VERSO LE ELEZIONI
Di Gioia: «La mia battaglia di verità sull'Agricoltura»
Il politico foggiano, ex assessore di Emiliano, sarà in corsa con Fitto nella lista di Forza Italia
«La mia candidatura con Fitto? È una battaglia di verità sull’agricoltura e per difendere il mio lavoro all’assessorato contro Emiliano e per certi versi nonostante Emiliano. Sono andato via dalla giunta per ragioni oggettive, per una scelta di legalità»: Leo Di Gioia, consigliere regionale e neocoordinatore regionale di Noi con l’Italia, il partito centrista di Maurizio Lupi, spiega così il suo ritorno nel centrodestra. Politico foggiano, in passato in An, da sempre vicino al mondo del Meeting di Rimini, tiene a chiarire che non è mai andato a sinistra: «Quando Nichi Vendola mi nominò assessore al Bilancio, disse che sceglieva una persona di centrodestra per le competenze. Non ho cambiato identità per un ruolo amministrativo».
Eletto nel 2015 con la civica «Emiliano sindaco di Puglia», ora sarà in lizza con Forza Italia (dove dovrà vincere il duello con l’uscente Giandiego Gatta): «Allora - ricorda Di Gioia - portai il mio civismo aperto al territorio nel centrosinistra che manteneva un rapporto con chi non aveva una identità partitica. Poi c’è stato il fallimento delle relazioni con il mondo civico». A cosa si riferisce? «Il civismo nel centrosinistra è finito. Quando doveva essere strutturato da Emiliano, alle politiche, è stato messo da parte. A sinistra il civismo è una funzione scenica, con amministratori collegati agli assessorati o alle agenzie, candidati in funzione di questo canale di collegamento. Non è un civismo di popolo. Bisognava distinguerlo dal Pd, mentre i civici sono stati usati per le primarie di Emiliano come segretario dem, nel suo percorso onnivoro», puntualizza.
Sulla rottura con il governatore, suggellata dalle dimissioni da assessore all’Agricoltura aggiunge: «Quando è nato un conflitto sulla gestione dell’assessorato, ho tolto disturbo lasciando la giunta. Ho chiuso i rapporti e sono stato molto critico in Consiglio».
L’ex ministro Lupi gli ha restituito un ruolo nel centrodestra: «Con Maurizio ho sempre conservato un legame. Ha riattivato la mia funzione politica, che era in stand by per il mio impegno amministrativo. Noi con l’Italia ha una intesa con Berlusconi: esprimeremo i nostri candidati in Forza Italia, in vista di una integrazione politica nei prossimi mesi». Poi Di Gioia torna sul discorso candidatura: «Sono stato combattuto sul ripresentarmi. È evidente che è una scelta impegnativa anche sul piano dei rapporti che mette in discussione. Però la vicenda dell’agricoltura è rimasta motivo di scontro: non esserci poteva significare un avallo della normalizzazione di Emiliano, a fronte delle decine di errori che aveva commesso. Le sentenze del Tar sono arrivate prima delle elezioni e hanno chiarito chi aveva la regia delle cose non andate a buon fine». Tornerà all’assessorato all’Agricoltura in caso di vittoria di Fitto? «Raffaele ha restituito solidità alla coalizione. Nell’incontrarlo ho trovato una persona diversa, per nulla autoreferenziale. È vero che è il presidente del 2000 ma ha maturato una differente sensibilità politica.
L’assessorato? Lì ci vuole cambiamento. Ma è giusto che lo faccia qualche altro, purificando tutte le situazioni di conflitto d’interesse che sono un freno all’azione per un settore cruciale della Puglia», conclude Di Gioia.