la ripresa

Fase 2, Emiliano: «Ripartenza in sicurezza, task force Puglia su riapertura ristoranti»

Redazione online

Presieduta dal governatore stesso, vicepresidente è Lopalco, segretario Serena Brandi. Fanno parte della task force anche chef stellati pugliesi, medici del lavoro e rappresentanti delle varie organizzazioni

«Voglio rassicurare tutti i titolari delle attività economiche pugliesi: da giorni lavoriamo sulle bozze man mano predisposte dal governo per garantire a tutti i pugliesi un ritorno il più rapido possibile alla normalità e per consentire alle attività di ripartire e in totale sicurezza": lo scrive su Facebook il governatore pugliese Michele Emiliano: venerdì scorso la Regione Puglia ha istituito un comitato tecnico-scientifico per permettere ai ristoratori pugliesi di riaprire in sicurezza, compito del gruppo di lavoro sarà quello di fissare le linee guida per la «fase 2». «Lavoriamo a stretto a contatto con gli operatori e gli imprenditori - aggiunge Emiliano - e stiamo varando dei tavoli con tecnici appartenenti ai vari comparti come quello appena creato per la ripartenza del settore ristorazione, wedding ed entertainment, uno dei settori più importanti dell’economia pugliese». Il lavoro di confronto e di consultazione con tutte le associazioni di categoria inizierà la prossima settimana, il comitato formulerà delle proposte di misure igienico-sanitarie sia per gli esercenti che per i clienti che, poi, confluiranno in una ordinanza del governatore. Emiliano presiede il comitato, il vicepresidente è il professore Pierluigi Lopalco, segretario Serena Brandi. Fanno parte della task force anche chef stellati pugliesi, medici del lavoro e rappresentanti delle varie organizzazioni.

LOPALCO: ORA SI PUNTA AI SIEROLOGICI - C'è stato il momento della richiesta popolare dei tamponi a tappeto» ora «è il momento della sierologia": lo scrive su Facebook il professore Pierluigi Lopalco, epidemiologo a capo della task force pugliese per l'emergenza coronavirus.
«Spero - prosegue - che la gente abbia capito che un tampone negativo alle ore 8:00 non esclude essere positivo alle ore 8:01 e, sola sola, abbia realizzato che forse hanno ragione gli esperti a fare quello che fanno. La spinta popolare a fare il test sierologico è forte e, ovviamente, i furbacchioni hanno fiutato odore di business a lunga distanza». Ma Lopalco ricorda che «il test sierologico è importante come screening di popolazione per evidenziare la circolazione inapparente del virus». Non serve, invece, «a identificare i portatori» del virus. «Per quello serve il tampone». «Se comunque risulto positivo, posso stare tranquillo? Purtroppo no», aggiunge. "Esiste - spiega - una finestra temporale in cui sono presenti gli anticorpi, ma comunque anche il tampone è positivo: cioè ho le IgG ma ho anche il virus in gola».

«Morale della favola, se sono positivo al test sierologico, devo comunque mettermi in isolamento e fare il tampone», continua Lopalco. Ma se il tampone è negativo e le IgG sono positive, sono immune? «Ancora una volta la risposta è: forse. Un livello alto di IgG (bisogna quindi fare un test che ne misuri il titolo) potrebbe correlare con la presenza di anticorpi neutralizzanti (protettivi), ma non è sicuro sia così e, certamente, dipende anche dalla qualità del test che viene fatto. Purtroppo per verificare la presenza di anticorpi davvero protettivi bisogna fare un test assai complesso che richiede la verifica della neutralizzazione del virus su una coltura cellulare. È evidente che un test del genere sono in pochissimi laboratori a poterlo fare. Le conclusioni, a questo punto, traetele da soli», conclude l'epidemiologo.

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