Il disegno di legge
In Puglia solo le Rsa «certificate» tratteranno i casi Covid
Emiliano firma la proposta di legge: via ai nuclei di assistenza straordinaria, ci sarà un elenco delle strutture dotate dei requisiti
Bari - Le Asl potranno creare nuclei straordinari per la sorveglianza sanitaria all’interno delle Rsa, assumendo personale (medici, infermieri e Oss) con contratto a termine di sei mesi. Lo prevede un disegno di legge predisposto dal presidente Michele Emiliano: due articoli per fare fronte - e istituzionalizzare - l’attività effettuata da marzo nelle residenze per anziani, dove le aziende sanitarie hanno mandato i propri dipendenti a supportare i gestori privati alle prese con focolai epidemici.
In questi mesi le Asl, partendo da quella di Bari, hanno nei fatti disposto una sorta di commissariamento delle Rsa, affidandone la gestione sanitaria a un dirigente di distretto che si è poi occupato del coordinamento dell’attività. Una procedura non codificata, effettuata sul filo delle competenze delle aziende sanitarie. Già da marzo il ministero della Salute aveva segnalato del resto la necessità di potenziare il personale delle Rsa, affiancandolo nel caso con gli operatori dei servizi domiciliari. Una ipotesi che si è rivelata di difficile attuazione. E dunque l’idea, adesso, è di ricorrere al potenziamento dei Dipartimenti di prevenzione con personale a termpo determinato (compresi i medici in formazione specialistica) che verrà destinato alle residenze per anziani.
La Regione, con l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ritiene che la situazione nelle Rsa sia sotto controllo: i focolai accertati sono 12 (a fronte di 22 strutture dove si è verificato almeno un caso) per circa 700 malati, cioè il 15% del totale, e una cinquantina di decessi. Al momento non ci sono focolai attivi ma in previsione della riapertura dei ricoveri, è necessario tenere molto alta la guardia. Ed è per questo che la Regione immagina di pubblicare un elenco delle Rsa «idonee alla gestione del percorso covid-19», perché dotate di personale medico, infermieristico e operatori sanitari «dedicati alla cura e assistenza di specifici gruppi di pazienti».
L’idea è che queste strutture certificate possano non solo occuparsi di assistere un paziente malato lieve di covid, ma che possano anche essere usate per il trasferimento di persone contagiate (e con sintomi lievi) da altre Rsa non certificate. I pazienti più gravi, invece, continueranno ad essere destinati agli ospedali, fermo restando l’obbligo dei gestori di segnalare tempestivamente tutti i casi ai dipartimenti di prevenzione delle Asl.
La legge sembra poi dare attuazione anche a uno degli impegni che il governatore Emiliano aveva preso nelle scorse settimane con i gestori delle strutture. Per ogni posto letto destinato a pazienti covid nelle residenze accreditate, infatti, la Regione riconoscerà una tariffa di 150 euro al giorno a copertura delle spese straordinarie. «È una proposta di legge che merita approfondimento - secondo Antonio Perruggini di Welfare a Levante -, e riconosciamo l’impegno a sostenere le Rsa. Ma auspichiamo che le Regione proceda ad assegnare a tutte le strutture i nuclei in accreditamento e le relative contrattualizzazioni, stabilendo al tempo stesso la relativa tariffa. In caso contrario si continuerebbe a “premiare” solo le strutture già accreditate».