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Coronavirus, Fitto: «In Puglia la mortalità è più alta del Sud» Lopalco replica: «No ai test a tappeto sui sanitari»

Redazione online

Il co-presidente del gruppo europeo Ecr-Fratelli d’Italia interviene anche sulla questione tamponi ai turisti

BARI - «In Puglia muoiono più persone rispetto alle altre regioni del Sud, delle Isole ed anche di qualche regione del Centro Italia»: a sostenerlo è il co-presidente del gruppo europeo Ecr-Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto.

«Restare in silenzio - prosegue - di fronte ai dati, inconfutabili, del numero dei morti da Covid in Puglia e di fronte alle assurde dichiarazioni del presidente Emiliano sarebbe da irresponsabili. Stando ai dati di ieri, 25 aprile, ogni 100mila residenti muoiono 9,62 pugliesi: un tasso grezzo che è superiore e di molto alle altre regioni che hanno subito nella stessa data il lockdown e lo stesso arrivo massiccio di arrivi-fughe dal Nord».

Fitto interviene anche sulla questione dei tamponi ai turisti in arrivo in Puglia, ipotesi avanzata da Emiliano. «Ma non è il capo della task force pugliese, il professore Lopalco, a sostenere che fare i tamponi di massa - persino agli operatori sanitari - sia inutile e dannoso, perché farli andrebbe contro ogni logica scientifica? Non sarebbe utile conoscere pubblicamente il suo autorevole parere?», incalza Fitto.

«Io mi riferivo ai test a tappeto agli operatori sanitari. E’ un ragionamento completamente diverso»: così il professore Pierluigi Lopalco, coordinatore scientifico della task force pugliese per l’emergenza coronavirus, risponde su twitter all’europarlamentare Raffaele Fitto che aveva criticato il governatore Michele Emiliano per aver ipotizzato test su tutti i turisti in arrivo questa estate in Puglia. «Ma non è il capo della task force, il professore Lopalco, a sostenere che fare tamponi a tappeto sia inutile e dannoso, perché andrebbe contro ogni logica scientifica?», è stato l’appunto mosso da Fitto a Emiliano. A replicare è stato proprio Lopalco, chiarendo che lui si riferiva solamente ai test sugli operatori sanitari: «Sono felice di spiegare la differenza, ovviamente non con un tweet», aggiunge il professore

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