L'IRONIA

Addio barbiere, i politici pugliesi scapigliati in tv con un diavolo per capello

Michele de Feudis

Una galleria di volti inattesi e irriconoscibili si aggira per le televisioni e nei video web. Sono i politici italiani, ormai con chiome sempre più surreali per le restrizioni

Una galleria di volti inattesi e irriconoscibili si aggira per le televisioni e nei video web. Sono i politici italiani, ormai con chiome sempre più surreali per le restrizioni. Al tempo del coronavirus, sono senza artifici, con ciuffi sale e pepe, e quindi in una condizione che per un attimo sembra accorciare le distanza tra “élite” e “popolo”. La chiusura di barbieri e coiffeur ha umanizzato il ceto politico, e quelle zazzere arruffate, pettinate in casa, senza geometrie e meches come al tempo del ricorso settimanale ai professionisti del “trucco e parrucco”, rende i parlamentari simili alla casalinga di Cellamare, al fruttivendolo del mercato barese di Santa Scolastica, al contadino del Tavoliere o al pescatore della marina di Gallipoli.

Il conservatore Raffaele Fitto tra poco avrà i capelli lunghi come l’ex terzino della Juve Moreno Torricelli, il dem Marco Lacarra si rivede “in un look anni settanta” e precisa di non azzardare esperienze pericolose di taglio in autonomia con rasoi. Il meloniano Marcello Gemmato ha una chioma riccia e fluente al punto che qualcuno dei fiammisti lo paragona al colonnello Gheddafi. Rossano Sasso della Lega confessa un aiutino della moglie per le basette, e si autodefinisce “con ciuffo alla Edy Bivi” (bomber benemerito del Bari anni ottanta, ndr). Anna Rita Tateo, salviniana, aggiunge con sincerità: «Pongo rimedio all’emergenza con bigodini e piastra in casa». Gli unici ordinati sono i parlamentari che ricorrono alle «macchinette» fai da te. Ubaldo Pagano (Pd): «Mia moglie mi ha accorciato i lati, sulla fronte ho operato io con le forbici. Il risultato è stato modesto». Paolo Lattanzio (M5S): «Avevo un capello riccio alla Caparezza e una barba lunga. Con rasoio elettrico ho fatto un taglio deciso e radicale…».

Bisognerà attendere la riapertura delle barberie o dei saloni di bellezza - a maggio, forse - per porre fine alle capigliature eccentriche o alla Branduardi. E sulla sedia del barbiere, saranno le forbici e i rasoi del Figaro di turno ad archiviare il «diavolo per capello» dei politici.

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