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Puglia, poliziotti penitenziari allo stremo: «Senza mascherine e senza controlli sanitari»

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Puglia, poliziotti penitenziari allo stremo: «Senza mascherine e senza controlli sanitari»

Il segretario regionale Osapp scrive a Emiliano e ai prefetti denunciando il sovraffollamento delle strutture e la mancaza degli standard di sicurezza

Giovedì 19 Marzo 2020, 09:15

Sono allo stremo e, specie dopo la rivolta dei detenuti avvenuta nei penitenziari nazionali e pugliesi, sollecitano maggiore attenzione al comparto carcerario e al loro lavoro di Poliziotti penitenziari.

Per questo motivo Nicola Di Nicoli, segretario regionale dell’ Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria, uno tra i sindacati maggiormente rappresentativi di categoria, ha scritto ai prefetti delle province pugliesi e al governatore della Regione Puglia chiedendo di adoperarsi «affinché il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio in Puglia, sia dotato di una immediata fornitura individuale di mascherine e igienizzante per le mani al fine di svolgere in sicurezza i propri compiti istituzionali come previsto dai vari Decreti e dalle Ordinanze Regionali, volte a contenere il possibile contagio da coronavirus trasmissibile in ambienti come il carcere dove allo stato dei fatti non risulterebbero ancora adottare tutte le precauzioni imposte per la prevenzione ed evitare il contagio».

Quello che denuncia Di Nicoli è una situazione di emergenza nell’emergenza visto che nei vari istituti penitenziari pugliesi, tutti sovraffollati (oltre tremila sono le persone detenute), «gli spazi sono limitati e spesso angusti, specialmente in strutture che risalgono a molti decenni or sono». Qui, pertanto, non può essere rispettato lo standard di un metro di distanza, la distanza sociale o di sicurezza dall’utenza e, dunque, a rischio è la salute dei detenuti ma, anche degli stessi poliziotti  penitenziari. 

Non ac aso, nei giorni scorsi, vcentinai di reclusi hanno protestato (numerosi anche quelli evasi) per la paura del contagio del coronavirus. Altri hanno protestato perché le misure varate dal governo per combattere l’emergenza comprendono anche una serie di restrizioni ai colloqui con i parenti.

 

 

«In attesa di immediati e urgentissimi riscontri, finalizzati alla salvaguardia della salute sia dei Poliziotti Penitenziari, dei propri cari e quella della tutela pubblica - spiega Di Nicoli, segerario regionale Osapp -, chiediamo agli organi di Governo che tutti i Poliziotti Penitenziari vengano sottoposti a continui monitoraggi e controlli sanitari come da direttive governative e protocolli vigenti stipulati tra ASL e Amministrazione Penitenziaria, in particolare quelli impiegati nel servizio piantonamenti presso i luoghi esterni di cura nelle corsie e a coloro che svolgono servizio nelle infermerie e Centri clinici degli Istituti Penitenziari nei restanti Servizi della Regione Puglia, compreso il personale appartenente ai Nuclei Operativi che effettua i servizi delle traduzioni di detenuti».

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