La polemica

Scintille Emiliano-renziani. Governatore: «Aiutano Lega?». Rosato (Iv): «Emiliano ricordato perchè voleva chiudere Ilva»

Leonardo Petrocelli

Mentre il governatore attacca dopo le dichiarazioni dei renziani, nuova stoccata da Iv che punta l'ìndice contro il comportamento del Governatore sul caso siderurgico

«Ripeto, nulla di personale con Michele Emiliano. Ma i governatori si giudicano dalle cose che hanno fatto. E Michele Emiliano verrà ricordato per quello che ha lavorato per chiudere l’Ilva senza fare quello che andava fatto per la città di Taranto, per aver rifiutato un approccio scientifico con cui fermare la xilella, per la battaglia assurda contro il TAP. Purtroppo questo e tanto altro servono solo a Salvini». Lo dichiara il coordinatore di Italia Viva Ettore Rosato.

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«Italia Viva si deve dare una regolata, se vuole stare dentro il campo progressista noi siamo pronti ad accoglierli. Se invece vuole aiutare la Lega a vincere le elezioni faccia pure, ma se ne accorgeranno tutti». Da Foggia Michele Emiliano replica indirettamente al renziano Ettore Rosato - coordinatore nazionale di Iv - che, sempre dal capoluogo dauno, aveva lanciato la suggestione di una «candidatura alternativa» a quella del governatore.

Una suggestione, appunto. Anche perché, andando a naso, l’unico nome spendibile per i renziani sarebbe quello del senatore salentino Dario Stefàno (Pd), la cui candidatura alle regionali era anche stata caldeggiata da un appello sottoscritto da oltre 5mila persone. E tuttavia è assai improbabile, se non impossibile, che Stefàno si imbarchi in una avventura del genere: una eventuale coalizione progressista alternativa a Emiliano dovrebbe incassare l’8% per far scattare i seggi. Un risultato nient’affatto sicuro che per di più, se raggiunto, avrebbe l’unico effetto di agevolare il centrodestra. «Far vincere la Lega», come accusa Emiliano. Dunque, è probabile che l’idea, spendibilissima in un incontro pubblico come quello foggiano, resti nell’iperuranio senza ricadute pratiche.

E allora, che faranno i renziani pugliesi? Al momento, Italia Viva è una formazione piuttosto fluida, ancora in attesa di decollare. In alcune Regioni, come la Toscana, è «pesante» e strutturata, in altre, come Puglia, è una sorta di fiume carsico che scorre sottotraccia. Qualcuno ha abbracciato la nuova causa con entusiasmo e convinzione, altri sono rimasti nel Pd (corrente Ascani), altri ancora danzano nel limbo in attesa di future evoluzioni. Ma sempre da renziani. Ad esempio, gli ex dem Nadia Caroppo e Ruggero Crudele hanno abbandonato la segreteria regionale del Partito democratico subito dopo il passaggio in Italia Viva. Al loro posto potrebbe subentrare Fabrizio Ferrante, membro dell’assemblea nazionale dei democrat, che renziano lo è di certo, ma ha preferito rimanere nel Pd per ragioni di opportunità istituzionale (è presidente del Consiglio comunale di Trani). Insomma, la confusione è tanta ed il futuro incerto.

Per il momento, non ci sono indicazioni di sorta per il popolo renziano, almeno sulle primarie del centrosinistra. Ognuno sarà libero di fare quel che vuole: andare o non andare, votare Emiliano, Amati o qualcun altro. Il problema, piuttosto, si porrà alle Regionali vere e proprie. Italia viva corre solo con la certezza di non fare una figuraccia. Dunque, ci sarà in Toscana, patria del leader Renzi. In Emilia-Romagna, invece, confluirà nelle liste del presidente uscente Stefano Bonaccini. E in Puglia? La questione resta aperta. Per tutte le competizioni del maggio 2020 il partito si riserva di decidere caso per caso e, soprattutto, valutando col bilancino i rapporti di forza in campo.

Anche il quadro nazionale non è da sottovalutare. Italia viva è data in crescita ma, proprio per questo, non bisogna «bruciare» il movimento con improvvise fughe in avanti. Parafrasando Moretti, in certe occasioni si è più notati se si decide di non esserci. Come Renzi nella foto di Narni. In Puglia si potrebbe fare un ragionamento del genere, ma è ancora troppo presto. Ogni decisione è rimandata all’inizio del nuovo anno.

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