dopo il salvataggio
Fse, bilancio 2018: 65 milioni di utili solo grazie al concordato
Risultati straordinari, ma è lite con i creditori
Ferrovie Sud-Est ha chiuso il bilancio 2018 con un utile di 65,2 milioni. È l’effetto dell’ok al concordato preventivo, che ha consentito alla società del gruppo Fs di stralciare crediti per 62 milioni a fronte dei 270 milioni di passivo del 2015. Una operazione contabile, dunque, che vede Fse a metà del guado del risanamento con 110 milioni di debiti pagati di cui 43 milioni relativi a creditori privilegiati. Ma non sono tutte rose e fiori.
La situazione emerge dalla seconda relazione depositata dai commissari giudiziali del concordato (Marcello Danisi, Roberto Fabbroni, Eugenio Mangone) che hanno dato conto dello stato della procedura. Le poste straordinarie, molto rilevanti, confermano tuttavia che la gestione è tornata in equilibrio e produce utili. Migliorano dunque i conti, torna a crescere il traffico (a giugno +9% di passeggeri rispetto al primo semestre 2018). Ma i rapporti con una parte dei creditori restano tesi, in particolare con i professionisti e le imprese che Sud-Est ha deciso di non pagare ritenendo che i loro compensi rientrino nella vasta gamma degli «appalti d’oro» dell’ex numero uno Luigi Fiorillo, imputato (si veda l’articolo in basso) nel processo per il crac.
Sul punto, però, i commissari hanno una posizione critica. A luglio l’azienda aveva infatti chiesto al Tribunale (con il parere contrario dei commissari) di essere autorizzata a non pagare una serie di creditori contestati per circa 4,8 milioni di euro, dopo che altri 8 milioni di crediti erano stati sottoposti a sequestro penale. La Fallimentare ha detto «no», e anche il reclamo presentato dai legali di Fse è stato respinto a metà ottobre. La nuova mossa (la «Gazzetta» ne aveva già dato conto) è stata di citare tutti i creditori contestati davanti al Tribunale di Roma. Mossa che i commissari ritengono «inammissibile configurando una surrettizia impugnazione del provvedimento del giudice delegato innanzi a Tribunale incompetente».
La questione è tornata davanti alla Fallimentare barese, con il ricorso presentato dai legali degli avvocati Riccardi che - esenti da imputazioni penali - chiedono di essere pagati per quanto previsto nel piano di concordato. I tempi della decisione non saranno brevi: Fse vorrebbe attendere l’esito delle azioni di accertamento negativo dei crediti avviate nel 2017, che porteranno via anni. Ma il giudice delegato, Nicola Magaletti, potrebbe ordinare a Sud-Est di pagare subito.
L’altro tema sono i rapporti con il fisco (Fse ha saldato quasi tutte le vecchie posizioni) e quelle con la Regione, decisamente meno fluide. L’azienda deve restituire una serie di somme per investimenti non correttamente rendicontate, oltre a pagare le sanzioni (7,1 milioni) per i disservizi del 2017. La Regione non ha chiesto la restituzione dei 5,7 milioni di euro relativi all’acquisto di due treni polacchi Atr, soldi che potranno essere reinvestite in altre iniziative, mentre altri 5,3 milioni sono stati revocati per l’acquisto delle «carrozze d’oro» di seconda mano. Le trattative sono in corso.