Elezioni in Puglia

Regionali 2020, la destra a trazione Lega cerca l'anti-Emiliano

Michele De Feudis

I salviniani divisi tra Caroppo, Altieri e Casanova. ma c'è anche Fitto

Il totogovernatore del centrodestra è uno dei divertissement più in voga nell’estate pugliese. Tra il lido Il Capanno di Rosa Marina, i circoli Tennis e Vela di Bari, le feste esclusive della Valle d’Itria e le masserie salentine, è tutto un tourbillon di indiscrezioni, ammiccamenti, nomi sussurrati («perché se è detto ad alta voce può essere impallinato»). Le versione ufficiale, ultima licenziata dal tavolo regionale del centrodestra, è che decideranno i leader nazionali. E in molti sperano che l’indicazione-investitura arrivi in concomitanza con la scelta dei candidati per Emilia-Romagna e Calabria, che votano in autunno.

Nei luoghi che contano del centrodestra pugliese e nelle inevitabili appendici digitali, si registrano disponibilità esposte con discrezione, per la consapevolezza che una candidatura «strappata», e posta sul tavolo senza la necessaria gentilezza, potrebbe generare l’effetto di alimentare un candidato alternativo di destra (modello Adriana Poli Bortone nel 2015).
Nella Lega, in fase di delicato armistizio dopo il braccio di ferro alle Europee tra l’area che ha eletto Andrea Caroppo e quella che si riconosce in Massimo Casanova, c’è la ferma volontà di candidare come presidente un «politico» con la spilla di Alberto da Giussano. Caroppo e Casanova sono papabili (viste anche le consistenti preferenze che hanno raccolto per Bruxelles) ma anche Nuccio Altieri, presidente del potente ente Invimit, tra una giornata a Milano Marittima e l’organizzazione del tour pugliese di Matteo Salvini (venerdì al Wonder ci sarà il comizio e non si esclude un dj-set con inno d’Italia versione house ad alto volume), potrebbe aspirare alla nomination.

Le velleità legittime della Lega, primo partito in Puglia, dovranno essere misurate sulle ambizioni legittime di Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni viaggia spedito verso la doppia cifra e ha in Raffaele Fitto un eurodeputato con voti ed entrature nella Puglia che conta. Tutti i dossier più rilevanti per il territorio (dalla Xylella all’Ilva, per esempio), sono argomenti che il deputato di Maglie maneggia con competenza, senza dimenticare che conosce la Regione Puglia come le sue tasche, dopo averla governata cinque anni. I fittiani doc dicono che «Raffaele non ci pensa», ovvero non trepida per una nuova discesa in campo. Ma ricorrendo alla neolingua inventata da Renzo Arbore, in tanti hanno dubbi e si rifugiano nel tormentone «Ah, saperlo…». E i meloniani doc? Marcello Gemmato, deputato barese, vicinissimo alla leader nazionale non ha bisogno di sbracciarsi: sta lavorando molto bene per consolidare i rapporti tra destra e categorie grazie al suo ruolo alla Camera, e se dovesse essere Giorgia a scegliere, non si può escludere che l’indirizzo possa essere quello di un fedelissimo.

Anche il fronte moderato ha i suoi candidati possibili. C’è Gaetano Quagliariello, nome già speso per le comunali baresi (poi finite in turbo-flop con il candidato sindaco ex Pd): l’accademico, studioso del gollismo, ha un legame antico con la Puglia, non solo per le ascendenza famigliari e per il trullo eletto a buen retiro. Adesso è anche tra i fondatori della nuova «cosa» centrista di Giovanni Toti. Il mondo di Forza Italia, invece, è alla finestra, in attesa che passi la bufera per la divisiva riorganizzazione del partito ordita da Silvio Berlusconi.

Un capitolo finale a parte lo meritano i big che hanno già pubblicamente declinato ogni possibile invito: sono l’ex rettore dell’Università di Bari Antonio Uricchio, ora nel cda dell’Anvur (con buoni rapporti con il governo), e il magistrato Alfredo Mantovano, ora alla Corte di Appello di Roma: quest’ultimo, già sottosegretario all’Interno e parlamentare della destra raffinata (quella che legge Nicolás Gómez Dávila, per intenderci), ha chiarito di non avere nessuna intenzione di essere parte in causa nelle regionali del 2020.

Privacy Policy Cookie Policy