Regione Puglia
Caso Di Gioia, mozione di sfiducia contro l'assessore pro Lega
Iniziativa di sei consiglieri regionali: Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia
Sei consiglieri regionali pugliesi di centrosinistra, Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia, hanno preparato una mozione di sfiducia nei confronti del'assessore Leonardo Di Gioia, «reo» di aver dichiarato di votare Lega alle Europee. Sulla vicenda, lo stesso vicepremier, Matteo Salvini, in una intervista alla Gazzetta, ha detto di apprezzare «l’apertura mentale anche se non so cosa potrà succedere ora a questo assessore».
I consiglieri regionali promotori della mozione di sfiducia hanno chiesto «a tutti i colleghi della maggioranza di sottoscriverla, a cominciare da quelli che si sono già espressi con nettezza sulle sue dimissioni. Stiamo raccogliendo pertanto le disponibilità, così da depositarla con le sottoscrizioni in ordine alfabetico».
«Stiamo procedendo – spiegano - con la mozione in queste ultime ore di campagna elettorale, per rassicurare nel loro voto tutti gli elettori riformisti ed europeisti, così da evitare diserzioni o voti di protesta espressi per punire le nostre inerzie e timidezze. La mozione serve ad affermare l’idea che in Puglia c’è una classe dirigente che ha intenzione di combattere per evitare che cresca il consenso alla Lega, quindi accreditando il progetto di autonomia del nord contro la Puglia e il Mezzogiorno, oppure alimentando lo scetticismo nei confronti dell’Europa, nonostante le regioni del sud siano beneficiari netti: cioè prendono più soldi di quanti ne versano».
“Certo – aggiungono i sei consiglieri – ci sarebbe piaciuto che questa battaglia di chiarezza fosse stata portata avanti da tutti, a cominciare dal Pd, dai partiti del centro-sinistra e dal presidente Emiliano. Ma di necessità bisogna fare virtù e perciò invitiamo tutti i deputati, i sindaci, i consiglieri comunali, i coordinamenti locali di tutti i partiti e movimenti che la pensano come noi – concludono - a far sentire la propria voce».