La spesa dei fondi europei della programmazione 2014-2020 resta bassa, ma la Puglia presenta comunque il dato maggiore d’Italia. È quanto emerge dai numeri elaborati dalla Ragioneria generale dello Stato nel monitoraggio dei fondi strutturali: a poco più di metà del periodo, i circa 21 miliardi complessivamente allocati nei programmi operativi Fesr (infrastrutture) e Fse (sociale) delle Regioni dell’obiettivo convergenza sono stati spesi al 7,69%. Ma la Puglia è a quota 11,75%, per un totale di 836 milioni su un totale di 7,1 miliardi di euro.
I dati come sempre vanno interpretati. E il basso livello di spesa sui Por è considerato fisiologico, perché la regola del «n+3» consente l’utilizzo dei fondi fino al 2023: la programmazione europea di solito fa registrare uno sprint negli ultimi due anni, e la serie storica mostra che la Puglia ha sempre centrato i target. Anche per il 2018, per quanto i dati disponibili siano aggiornati solo al 30 ottobre, non ci sono problemi di disimpegno automatico avendo già raggiunto gli obiettivi del programma.
Nel programma Fesr, come noto, la Puglia ha allocato alcuni grandi interventi infrastrutturali (il raddoppio della ferrovia Bari-S. Andrea, che vale 430 milioni) e numerose linee di incentivo alle imprese per un valore complessivo di circa 770 milioni (dati OpenCoesione). Gli impegni assunti al 30 ottobre ammontavano a 1,43 miliardi di euro, pari al 25,75% della dotazione complessiva del programma (5,57 miliardi). Sul Fondo sociale (Fse) è stato invece incentrato il programma del Reddito di dignità lanciato poco dopo l’insediamento della giunta Emiliano: qui gli impegni sono più bassi anche in percentuale, toccando quota 607 milioni (14,89%). Sul fronte pagamenti, la Puglia ha rendicontato 676,18 milioni sul Fesr (12,13%) e 160,34 milioni sul Fse (10,38%): è la miglior performance tra tutte le Regioni del Sud. La Basilicata (che ha a disposizione 1,1 miliardi complessivi) è ferma al 14,51% di impegni (161 milioni) e 102 milioni di pagamenti (9,15%), con un picco per quanto riguarda il Fondo sociale (pagamenti all’11,17% per 32,35 milioni).
Rispetto all’andamento dei progetti Por, i dati OpenCoesione segnalano che in Puglia possono essere considerati «in corso» il 72% degli oltre 8mila progetti finanziati attraverso il Fesr: 2,2 miliardi sono riconducibili a opere infrastrutturali, 1,1 miliardi all’acquisto di beni e servizi.
Nelle scorse settimane erano stati diffusi i dati relativi alla spesa dei fondi Fsc, quelli che alimentano i Patti stipulati con le Regioni: al 31 ottobre la spesa era ferma all’1,93% dei 14,3 miliardi complessivamente programmati. Anche in questo caso, la Puglia ha fatto segnare una performance migliore: quasi il 97% della spesa prevista dal Patto è stata infatti programmata, e tra affidamenti e lavori in corso si arriva a 990 milioni, circa la metà dei 2 miliardi disponibili. Il Patto per la Puglia firmato nel 2015 vale 5,7 miliardi di euro, di cui appunto 2,071 miliardi provengono dagli ex fondi Fas: il livello della spesa si aggirava intorno ai 100 milioni.