LECCE - Ha preso il via questa mattina davanti al gip di Lecce Cinzia Vergine l’esame in contraddittorio tra le parti dei tre periti nominati nell’ambito dell’incidente probatorio sulla realizzazione nel Salento del terminale del gasdotto Tap. La perizia era stata disposta dallo stesso gip con l’istituto dell’incidente probatorio chiesto dal pm Valeria Farina Valori nell’ambito dell’indagine avviata alla Procura di Lecce, per stabilire se il costruendo impianto debba essere assoggettato alla direttiva Seveso. I periti hanno stabilito che il gasdotto non deve essere assoggettato alla direttiva Seveso III. All’udienza in Camera di consiglio è presente anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in rappresentanza della Regione che è tra le parti offese nell’inchiesta.
Lo scorso 21 novembre i tre periti, i professori Fabrizio Bezzo, Davide Manca e Lionella Scazzo, hanno depositato i risultati della perizia che esclude l’assoggettamento alla Seveso III, in quanto l’opera non può essere assimilabile ad uno stabilimento e quindi il terminale Tap e quello di Snam per la interconnessione con la rete nazionale, devono essere considerati due progetti differenti e non valutabili unitariamente ai fini dell’applicazione della legge Seveso sulla prevenzione del rischio di incidenti rilevanti.
LE PAROLE DI MICHELE EMILIANO - «Non capisco perché lo Stato abbia tanta fretta di chiudere questa partita evitando addirittura l'applicazione di una propria legge. Lo Stato dovrebbe pretendere l’applicazione della direttiva Seveso per il principio di precauzione che é uno degli elementi fondamentali dell’Unione Europea che dice che nel dubbio non si toglie una cautela ma la si aggiunge». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che questa mattina ha presenziato all’incidente probatorio disposto dal gip di Lecce Cinzia Vergine sull'applicabilità della direttiva Seveso III al gasdotto Tap in fase di realizzazione per la sua parte terminale sulle coste di Melendugno. «Ripeto - ha aggiunto - non è possibile fare quell'impianto in quel posto senza applicare la direttiva Seveso, prima il ministro Costa e il ministro Di Maio lo capiscono e meglio é perché non devono pensare che noi ci fermeremo in questa storia». «Sia Di Maio che Costa possono intervenire - ha concluso - non devono lasciare ai giudici questo compito e possono farlo pretendo l’applicazione della direttiva Seveso, rivalutando dal punto di vista della Via tutta la vicenda ed eventualmente introducendo una norma che, data la vicinanza dell’impianto all’abitato estenda l’applicabilità della Seveso anche a questo caso». «Basterebbe un decreto legge come quello che mi auguro faranno per evitare le trivellazioni in mare. Visto che non riescono a spostarlo questo gasdotto, che almeno questo Governo obblighi il Consorzio Tap all’applicazione della direttiva Seveso e non lasci decidere ai giudici, ai periti, perché non è possibile che questo si decida in un incidente probatorio. Noi non molleremo finché il buon senso e l'evidenza non prevarrà». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che questa mattina ha presenziato all’incidente probatorio disposto dal gip di Lecce Cinzia Vergine sull'applicabilità della direttiva Seveso III al gasdotto Tap in fase di realizzazione per la sua parte terminale sulle coste di Melendugno. «Non vogliamo - ha aggiunto - che tra venti anni ci sia un documentario che raccontando di questa storia, in caso di un incidente rilevante, dica che non abbiamo fatto quello che eravamo in grado di fare». «Se qualcuno al Governo sta pensando di risolvere questa faccenda negli uffici giudiziari sta facendo un errore gravissimo - ha concluso - L’applicazione significa rifare il progetto in sicurezza, un anno in più per fare le cose in sicurezza non credo sia uno spreco».