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Bari, archiviata querela contro Marilù Mastrogiovanni: non diffamò la Igeco

 
Redazione online

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Marilù Mastrogiovanni

Marilù Mastrogiovanni

«Nelle sue inchieste - scrive il Gip - la direttrice del Tacco D'Italia,«ha esercitato il diritto di critica politica nei limiti della pertinenza e di continenza delle forme di espressione», citando «rigorosamente atti amministrativi e giudiziari»

Sabato 20 Ottobre 2018, 18:33

BARI - Vittoria per la giornalista salentina Marilù Mastrogiovanni contro la Igeco: non ha diffamato l'azienda né il suo rappresentante Tommaso Ricchiuto. A deciderlo è il gip di Lecce, Edoardo D'Ambrosio, che ha accolto la richiesta del pm di archiviare il procedimento a carico della direttrice del Tacco D'Italia, difesa dagli avvocati Francesco Paolo Sisto e Roberto Eustachio Sisto. Nel suo lavoro di inchiesta -  scrive il gip - sulle presunte infiltrazioni mafiose nella gestione dei rifiuti in alcuni comuni del Salento, la giornalista ha, infatti, «esercitato il diritto di critica politica nei limiti della pertinenza e di continenza delle forme di espressione».

I fatti si riferiscono ad una delle querele per diffamazione presentate dai rappresentati della Igeco, holding che pochi giorni prima dell'archiviazione ha ricevuto una interdittiva antimafia, inerente tre articoli che Marilù Mastrogiovanni ha scritto citando «rigorosamente», come evidenzia l'ordinanza di archiviazione, atti amministrativi e giudiziari.

«Ancora una volta un giudice riconosce che una querela ai danni di una cronista si basava sul nulla. Ancora una volta una giornalista ha dovuto lottare per dimostrare la correttezza del suo lavoro al servizio della collettività», commentano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.

«L'ennesima decisione di archiviare una querela per diffamazione senza arrivare al procedimento – concludono i vertici della Fnsi – ripropone con forza la necessità di un intervento legislativo contro questa forma di 'bavaglio' che tuteli il lavoro dei cronisti e, soprattutto, il diritto dei cittadini ad essere informati».

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