LECCE - Dopo la richiesta di concordato preventivo del 1° ottobre scorso, è arrivata l'interdittiva antimafia nei confronti della società Igeco Costruzioni Spa, specializzata nel settore edile. La motivazione che ha portato il prefetto di Roma Paola Basilone a firmare l'interdittiva è la presunta collusione con la Sacra Corona Unita. Una tegola sulla ditta, che ha sede legale a Roma e sede operativa a Galugnano (Le), e che ha l'appalto dei lavori della Darsena di San Cataldo (3,3 milioni), sul litorale adriatico, e alcune quote nella partecipata comunale Sgm, la società di trasporto pubblico. Tutto, ora, dovrebbe essere gestito dai commissari.
Il gruppo Igeco farà ricorso. Tutto sarebbe partito dall'operazione Coltura, che ha portato al commissariamento del Comune di Parabita (Le) per infiltrazioni mafiose. Alcuni uomini del clan Giannelli che fu scoperto dai carabinieri, hanno lavorato per la Igeco. Ma secondo la Prefettura, fondamentale è la figura di Tommaso Ricchiuto, fondatore della società, che è stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta per le mazzette nel Comune di Cellino San Marco, ma che sarebbe ancora presente all'interno di Igeco.
Il punto, ora, sarà capire le sorti delle quote in Sgm, anche se secondo il sindaco di Lecce Carlo Salvemini ogni valutazione è prematura, e soprattutto dei lavori per la Darsena, che i cittadini attendono da 7 anni. La sua realizzazione, nella piena legalità, è la priorità del Comune di Lecce.