Due ballerine e modelle, amiche tra di loro, e un agente penitenziario: tre vite spazzate via dalla piena di un torrente, in una giornata che doveva essere solo di avventura e divertimento, e che si è trasformata in tragedia. E' lo spaccato pugliese della tragedia del torrente Raganello che ha causato la morte di 10 persone.
Miryam Mezzolla, classe 1991, era la più giovane di tutte le dieci vittime della tragedia del torrente Raganello. Nata a Torricella (Ta), viveva a Lecce, dove faceva la ballerina e fotomodella. In tutte le foto su Facebook era insieme all'inseparabile amica e collega Claudia Giampietro, classe 1987, e nemmeno la sorte è riuscita a dividerle: Claudia, originaria di Conversano (Ba), era bionda e bellissima. Ballerina, animatrice come Miryam, stava trascorrendo l'estate lavorando nei villaggi della Puglia, girando videoclip, e soprattutto divertendosi, come ci si dovrebbe divertire a 30 anni e poco più.
Oltre alle due ragazze, l'altra vittima pugliese è Gianfranco Fumarola, agente penitenziario di Cisternino (Br), nato a Martina Franca (Ta), che lavorava nel carcere di Taranto. Appassionato di sport, sposato e con tre figli, è morto in ospedale per un trauma al torace e per le gravi ferite riportate. Due dei tre figli dell'uomo, di 11 e 12 anni, si sono salvati grazie a lui, e anche una nipote, che era in gita insieme a loro. La moglie Cinzia, calabrese e maestra d'asilo, e il figlio più piccolo, di 4 anni, avevano deciso di non partecipare all'escursione, che per Gianfranco è stata fatale. «L'ipotesi è che l’uomo, come farebbe ogni padre, prima di essere trascinato dall’ondata di piena abbia salvato i due figli che sarebbero stati trovati dai soccorritori attaccati a dei rami o a delle rocce», spiega il sindaco di Cisternino Luca Convertini. La famiglia Fumarola vive in via Paolo Borsellino nella cittadina della Valle d’Itria. (
Tre vite distrutte, tre famiglie distrutte, ma per fortuna altrettante hanno potuto tirare un sospiro di sollievo: i tre pugliesi dati per dispersi, di 21, 22 e 23 anni, che non davano loro notizie da ore, si erano in realtà accampati in una località più in alta rispetto al disastro, Valle d’Impisa, dove i cellulari non hanno campo. A dare notizia del loro ritrovamento è stata un’amica che attraverso Twitter ha informato le forze dell’ordine dicendo «Sono vivi».