BARI - Bene la contrazione del debito (sceso del 4,6%) e il controllo della spesa sanitaria, dubbi (altri dubbi) sulle anticipazioni per i debiti della sanità e per la mancata trasparenza. La Corte dei conti ha approvato la relazione con cui, venerdì mattina, darà il via libera alla «parifica» del bilancio 2017 della Regione: più luci che ombre, all’interno di un quadro comunque non semplice per le amministrazioni pubbliche.
Dall’analisi dei giudici contabili emerge come lo scorso anno la Regione abbia ripreso a spendere: più pagamenti che riscossioni, con il risultato di una contrazione di circa il 5% del fondo cassa disponibile (sceso di 82,9 milioni a circa 1,6 miliardi). «Molto evidente appare - annota la Corte - come in fase previsionale la Regione Puglia aveva programmato di effettuare una quantità di pagamenti talmente elevata che avrebbe dovuto azzerare del tutto il fondo cassa esistente». La spesa complessiva del 2017 ammonta a 12,9 miliardi, di cui 9,2 pagati e 3,7 ancora da erogare, e con un lieve aumento (circa 400 milioni) degli impegni rispetto all’anno precedente. L’aumento della spesa di cui si diceva (il 2,58% in più rispetto al 2016) riguarda, in particolare, la spesa per investimenti che per la Regione significa soprattutto appalti ma anche consulenze. Resta tuttavia il tema della contabilizzazione delle anticipazioni statali di liquidità concesse per il pagamento dei debiti pregressi della sanità, che pesano sul bilancio pugliese per circa 475 milioni: secondo la Corte dei conti andrebbero sterilizzate per intero e non solo per la quota relativa a quanto restituito allo Stato in corso d’anno. Questo è il motivo per il quale il risultato di fine anno, positivo per 964 milioni secondo il disegno di legge sul rendiconto, è stato rideterminato dai giudici contabili in 489 milioni. Tuttavia la stessa Corte riconosce che all’atto pratico non cambia nulla, perché il risultato di competenza finisce nell’avanzo di amministrazione, in cui ci sono anche i residui (cioè debiti e crediti) e dunque la Regione non ha potuto spendere soldi che materialmente non aveva.
Detto della situazione finanziariamente tranquilla della sanità, che ha chiuso il 2017 con un saldo positivo di 5,2 milioni, e dell’inversione di tendenza sulla spesa farmaceutica convenzionata (che lo scorso anno, per la prima volta, è scesa del 4,37%, il miglior risultato d’Italia dopo quello della Sicilia), restano le preoccupazioni relative ai Consorzi di bonifica che nonostante la riforma continuano ad assorbire troppe risorse dal bilancio autonomo. Una stoccata dei giudici contabili anche alla gestione delle consulenze, sia di quelle dirette che di quelle delle società partecipate. In particolare la Regione ha comunicato otto incarichi di valore superiore a 5mila euro per un totale di 1,7 milioni, di cui ben 1,1 milioni vengono assorbiti dai sette componenti del Nucleo di valutazione degli investimenti. Tuttavia la Corte ha ricalcolato la spesa per consulenze in 2,5 milioni (includendo anche quelle pagate con fondi europei) ed ha fatto notare che, sul punto, la trasparenza non è proprio il massimo: «Almeno sino alla data del 31 maggio 2018 le pagine web del sito istituzionale recavano la seguente dizione: “Rp Consulenze Search è temporaneamente non disponibile"».